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Nba, analisi dell’all-in degli Houston Rockets

Nella finestra di gennaio del mercato Nba, gli Houston Rockets hanno fatto un all-in su Mike D’Antoni, attuale coach della franchigia texana.

I Rockets avevano già fatto intendere con l’arrivo di Russell Westbrook di voler puntare al tanto ambito anello. Nella finestra invernale, hanno dato l’ennesima pedina al gioco perimetrale del coach.

Il mercato ha visto, in sintesi, l’addio di Capela e l’arrivo di Covington, il tanto annunciato 3/4 che mancava.

Coach D’Antoni ha cominciato a schierare un quintetto “basso”, dove appunto si denota l’assenza di lunghi. Tutti i giocatori al di sotto dei 2.00 m o quasi, con il solo Covington a superarli ampiamente, 2.06 m, la sua altezza.

Il quintetto base prevede James Harden, o il “Barba” se preferite, PG(Playmaker), Westbrook SG(guardia), Eric Gordon PF( Ala grande), Daniel House SF (Ala piccola). La particolarità è proprio nel 5, Pj Tucker, alto solo 1.96 m, una statura atipica per chi dovrebbe attaccare\difendere il ferro. Mentre Robert Covington, appena arrivato, è impiegato come sesto uomo, probabilmente verrà usato come 3 o 4, ala piccola o ala grande.

Il quintetto piccolo apre il campo, favorendo i tiri dal perimetro. In particolare, le marcature si concentreranno su Harden. Qui entra in gioco Russell Westbrook e le sue penetrazioni. Nel caso venisse bloccato, l’ex thunder potrà scaricare sugli esterni, i quali potranno tirare smarcati, o quasi, grazie allo spazio creato da Russ e la difesa che si è chiusa. Inoltre, potranno essere sfruttate le classiche situazioni di Pick&Roll.

Il problema rimane, come al solito, la difesa, la quale potrà soffrire, e non poco, un quintetto alto (Lakers ?). Inoltre, Harden non è certo un aiuto nella propria metà campo. In questo caso, si spiega l’arrivo di Robert Covington, che potrà offrire un grande aiuto difensivo, grazie alle sue letture.

La franchigia ha scommesso tutto sul proprio coach, Mike D’antoni, cui contratto scade a giugno, che ne sia valsa la pena?