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Nuoto Cuffie: quelle Afro non sono accettate dalla Fina

La Federazione Internazionale di Nuoto (FINA) ha negato la certificazione olimpica a Soul Cap. L’azienda produce cuffie da nuoto per atleti con capelli Afro che non si adattano a una cuffia tradizionale. Sembra fantascienza ma è tutto vero e la Federazione ha commesso un grosso scivolone non approvandole. Sappiamo che anche i capelli ricci hanno un volume imponente e rischiano di non entrare nella classica cuffia.


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Nuoto Cuffie: quelle tradizionali sarebbero sufficienti

La Fina ha dichiarato che ci sono poche prove che i nuotatori necessitino di cuffie di dimensioni maggiori. “Non ne vediamo la necessità”. Non hanno basato la smentita sul vantaggio competitivo, sul rischio per la salute o sul potenziale pericolo per i nuotatori. Invece la FINA ha bloccato la certificazione di Soul Cap perché non è riuscita a riconoscere la diversità tra i nuotatori competitivi. Sul proprio Instagram la piccola azienda ha espresso il suo disappunto per il risultato: “Speravamo di promuovere il nostro lavoro per la diversità nel nuoto facendo certificare le nostre cuffie da nuoto per le competizioni, così i nuotatori di qualsiasi livello non devono scegliere tra lo sport che amano e i loro capelli”.

Nuoto cuffie: perché quelle afro causano problemi?

Diciamo le cose col loro nome. Questa mossa della FINA colpisce in modo sproporzionato le donne di colore. Cancella il passato di questi nuotatori e alimenta le tattiche di discriminazione sulla gestione di questi capelli particolari. Il divieto della Fina delle cuffie per i cappelli afro non è sorprendente, ma è deludente. Siamo nel 2021 e dobbiamo ancora dimostrare agli altri la difficoltà di gestione dei capelli delle persone di colore. La discriminazione si riferisce a “un’ingiustizia sociale caratterizzata dall’insultare ingiustamente le persone in base all’aspetto dei loro capelli”.

Capelli Afro: la discriminazione si enfatizza a scuola

Questo tipo di discriminazione non è un concetto nuovo ma è un’esperienza comune in tutte le comunità di colore. Le ragazze della scuola secondaria sono mandate a casa per i loro capelli afro perché “creano distrazione”. Nel frattempo gli insegnanti non hanno problemi con le studentesse con i capelli lisci, lunghi fino alla vita e sciolti. Una preside ha annunciato una mattina durante l’assemblea scolastica che odiava gli afro perché “sembrano sporchi”. Ma la discriminazione a scuola è solo la punta dell’iceberg. La ricerca suggerisce che la discriminazione segue queste donne sul posto di lavoro.

Le Infermiere di colore sono discriminate

Anche per le infermiere nulla va come dovrebbe andare e le discriminazioni aumentano. L’amministrazione spesso maschera le politiche di pulizia come linee guida di sicurezza o preferenze del paziente. Tradizionalmente le acconciature di queste donne ricevono etichette di trasandate, non professionali, sporche, rumorose e pericolose. Non devono nascondersi, tagliarsi i capelli per adattarsi alle linee guida distorte sul loro posto di lavoro. L’ottanta percento delle donne ha subito pressioni per modificare i propri capelli e adattarli alla cultura del proprio lavoro. Inoltre le donne di colore hanno anche 1,5 volte più probabilità delle donne bianche di essere licenziate dal lavoro per l’aspetto dei loro capelli.

Afro: capelli considerati ribelli

Le donne bianche che si sono sottoposte ad un sondaggio hanno etichettato i capelli neri come poco professionali e poco attraenti rispetto ai capelli lisci. Queste opinioni dipingono il candore e i capelli lisci come lo standard con cui dovremmo giudicare tutto il resto. I capelli afo vengono svalutati, discriminati e cancellati perché la maggioranza delle donne bianche ha difficoltà a far fronte alle differenze. Ne consegue che politiche e divieti come quelli emanati dalla FINA ottengono credibilità e ampia accettazione.

Nuoto Cuffie: la decisione sulle quelle afro si potrebbe modificare

La decisione della FINA di bloccare la certificazione delle cuffie afro fatta da Soul Ca è alquanto bizzarra. Evidenzia un problema più profondo della discriminazione dei capelli in se e per se. Queste politiche di discriminazione spesso iniziano a scuola ma si protraggono sul posto di lavoro. Le donne devono scegliere tra l’occupazione e l’autonomia rispetto ai loro capelli. Non si riesce a capire come il modo in cui qualcuno porta i capelli possa influenzare qualcun altro. 

Cerchiamo di non pensare, giudicare, fissare, toccare o commentare negativamente i capelli delle persone di colore. Forse allora vivremo in un mondo in cui gli studenti non vengono trascinati fuori dalle aule perché portano i capelli in modo naturale. Dove funzionari bianchi non fermano gli atleti delle superiori a metà partita per distruggere i loro capelli. O dove le grandi federazioni sportive non passano linee guida discriminatorie perché non “vedono la necessità” di un abbigliamento sportivo inclusivo.

Esempio di cuffia per capelli Afro

Pagina Twitter Fina: https://twitter.com/fina1908