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Once Upon a Time: NASCAR 1995

Bentornati a Once Upon A Time, la rubrica la cui efficacia contro la crisi d’astinenza da corse USA è clinicamente testata. Oggi è martedì, ed è tempo di stock car. Ripercorriamo la stagione NASCAR del 1995.

NASCAR 1995: preview

Tra cambi di casacca e riconferme, la NASCAR 1995 si presenta più appassionante che mai. Sul fronte delle conferme, Dale Earnhardt rimane la sola punta del Richard Childress Racing, così come Rusty Wallace è la prima guida del team di Roger Penske. Mark Martin prosegue il sodalizio con Jack Roush, cementificatosi nel corso delle tre stagioni precedenti.

Il cambio di squadra più clamoroso viene dal team Yates. Ernie Irvan è ancora alle prese con i postumi dell’incidente quasi mortale del Michigan, cosa che spinge Robert Yates a puntare su un altro talento. La scelta ricade su Dale Jarrett, che lascia il Joe Gibbs Racing. Al suo posto sulla vettura numero 18 approda il giovane Bobby Labonte. Suo fratello Terry è il pilota di punta della Hendrick Motorsports, che conferma i suoi compagni di squadra. la numero 24 “Rainbow Warrior” è ancora nelle mani di Jeff Gordon, alla sua terza stagione completa, mentre la 25 è per Ken Schrader.

Bill Elliott termina il sodalizio con Junior Johnson per fondare il proprio team, in associazione con l’imprenditore Charles Hardy. Al suo posto Johnson ingaggia Brett Bodine, che a sua volta viene sostituito dalla leggenda delle sprint car Steve Kinser, in seno al King Racing.

Richard Petty ripropone la sua iconica numero 43, ma a guidarla sarà un nuovo volto. Wally Dallenbach Jr ha deluso nel 1994, a tal punto da essere rimpiazzato da John Andretti a stagione in corso. Nemmeno il nipote di Mario ritorna nel team, in quanto “The King” opta per il più navigato Bobby Hamilton. John troverà posto nel nuovo team fondato da Michael Kranefuss ed il magnate della IndyCar Carl Haas.

Non dimentichiamo Jimmy Spencer, reduce da un 1994 niente male. Per “Mr Excitement” è tempo di ritorno alle origini, visto che lascia il team di Bobby Allison per riallacciare i rapporti con Travis Carter. Guiderà la Ford numero 23 con lo sponsor tabaccaio “Smokin’ Joe-s”.

Darrell Waltrip e Ricky Rudd, infine, rimangono nella loro veste di piloti e team manager, a cui si aggiunge Joe Nemechek: il pilota della Florida, al suo secondo anno, fonda il NEMCO Motorsports, tutt’ora esistente.

Sul fronte tecnico, Goodyear rimane il solo fornitore di gomme dopo l’uscita della Hoosier. Chevrolet manda in pensione la Lumina per passare alla Monte Carlo, che si contraddistingue per una veste aerodinamica particolarmente favorevole. Ford risponde aggiornando la Thunderbird, mentre Pontiac segna il passo, complice la riduzione delle risorse da parte di General Motors.

Inizio di stagione

La NASCAR 1995 comincia, come sempre, dalla Daytona 500. Si ripropone il “Dale and Dale Show” in qualifica, con Jarrett in pole ed Earnhardt al suo fianco in prima fila. Dopo il via, ed un’interruzione di più di un’ora causa pioggia, Jeff Gordon recita il ruolo del prim’attore. Tuttavia, nel pit stop il cric si guasta danneggiando lo spoiler anteriore, e Jeff rientra con una vettura sbilanciata. Il finale di gara vede Earnhardt in lotta per cercare di vincere la benedetta 500 in quello che è il suo 17esimo tentativo. Ma nell’ultima caution, a 11 giri dalla fine, Dale azzarda un pit stop, con quattro gomme nuove. Al restart è 14esimo, e riacciuffa subito il eader Sterling Marlin, ma è troppo tardi. Per l’alfiere del Morgan-McLure Motorsports, è la seconda vittoria consecutiva nella “Great American Race”.

Jeff Gordon smaltisce la delusione di Daytona dominando la gara successiva, a Rockingham. A Richmond, in un clima decisamente invernale (le prove libere vengono cancellate per…neve!) il padrone assoluto è Rusty Wallace. Reduce da un inizio anno da incubo, con due incidenti nelle prime due gare, il portacolori di Roger Penske sembra avviato ad un facile successo. Tuttavia, Terry Labonte lo sorpassa ai box durante l’ultima caution, strappandogli il successo. Sarà per la prossima volta, Rusty.

Gordon domina ancora ad Atlanta, non prima di aver regolato Earnhardt in uno spettacolare duello. Il giovane talento di Pittsboro sembra destinato a replicare a Darlington, che si presenta quest’anno con un nuovo asfalto. In una gara allucinante, con 15 bandiere gialle, Gordon spadroneggia prima di entrare in collisione con il doppiato Randy LaJoie. Via libera per Dale Earnhardt, alla sua prima vittoria del 1995. O meglio questo è il programma: ma come a Daytona, Sterling Marlin gli ruba la scena. Per Sterling è la seconda vittoria del 1995, la prima al di fuori della 500 miglia. Earnhardt dovrà aspettare altre due settimane prima di vedere la victory lane: a North Wilkesboro Intimidator regola Gordono dopo uno spettacolare duello, fatto di sorpassi e contro sorpassi. La sensazione è che saranno loro due gli attori principali di questa NASCAR 1995.

Il duello

Prima della gara di Bristol, la NASCAR ordina un test segreto in galleria del vento, con l’obiettivo di porre un freno al dominio della Chevrolet. Dopo l’analisi dei dati, viene stabilito che, per riequilibrare le prestazioni, le Monte Carlo debbano ridurre le dimensioni dello spoiler posteriore, mentre Ford e Pontiac possono aumentarlo. Inutile dire che la soluzione non piace a nessuno: c’è chi dice che non è abbastanza, e chi dice che è troppo. Questione di punti di vista.

Rusty Wallace interrompe la striscia negativa a Martinsville, in una gara a dir poco infinita. Due interruzioni per pioggia, per quattro ore di attesa, ed una distanza accorciata per l’avvento dell’oscurità. Il pilota Ford, da sempre fortissimo sugli short track, è una spanna sopra tutti.

Talladega segna il ritorno della NASCAR 1995 su un superspeedway. Gordon è in lotta per la vittoria, tuttavia commette un errore che compromette la sua gara. Nelle fasi iniziali da un colpo di paraurti a Ken Schrader per sfruttare la scia (bump drafting), ma prende male le misure e fa perdere il controllo al compagno di team. Il risultato è un botto catastrofico da cui il veterano esce solo con un occhio nero! Gordon si scuserà pubblicamente a fine gara.

Intanto, però, si ritrova con una macchina sbilanciata e meno competitiva. Ne approfitta Earnhardt, il quale si prepara al bis…ma di nuovo arriva qualcuno che lo beffa. Questa volta è il turno di Mark Martin, che grazie alla spinta (questa volta azzeccata) di Gordon ottiene il primo successo stagionale.

Earnhardt si vendica su Martin la settimana dopo a Sonoma, il primo dei due circuiti stradali del calendario NASCAR 1995. Dale approfitta di un sovrasterzo di Mark per infilarlo e vincere così per la prima volta su un road course.

E viene il weekend di Charlotte, che sembra tingersi dei colori dell’arcobaleno. Jeff Gordon domina la corsa show della All-Star Race, presentandosi come favorito per la Coca Cola 600. Le cose, tuttavia, vanno diversamente. Jeff infatti perde una ruota nelle fasi iniziali, e deve rientrare nel garage per le riparazioni. Poi si scopre che il distacco è dovuto ad un mozzo non conforme, cosa che costa al capotecnico Ray Evernham una maxi multa da 60 mila dollari! L’uscita di scena di Gordon da il via libera a Bobby Labonte, che domina la seconda parte di gara per aggiudicarsi la prima vittoria in carriera. Suo fratello Terry finisce secondo, dando inizio ai festeggiamenti nella famiglia.

Il Dover International Raceway si presenta con una veste nuova. Il Monster Mile abbandona l’asfalto per passare al cemento, configurazione che mantiene tutt’ora. Le velocità aumentano a dismisura, cosa che costringe la Goodyear a realizzare gomme specifiche in brevissimo tempo. Jeff Gordon sembra avviato ad una facile vittoria, scattando dalla pole, ma subisce la rimonta di un Kyle Petty in forma smagliante. Per il figlio d’arte è la fine di un lungo incubo: non vinceva da quasi due anni!

Pocono vuol dire ancora Rusty Wallace, dominatore ma beffato ancora dalle caution, e dalla rimonta di Terry Labonte. La festa in famiglia continua la settimana dopo in Michigan, dove Bobby Labonte segna il successo numero due in carriera. Anche qui, il fratellone Terry finisce secondo.

Jeff Gordon è reduce da alcune gare difficili, al quale risponde con una doppietta: trionfa nella Pepsi 400 a Daytona (prima vittoria per lui in un superspeedway), e replica poi sul difficile miglio del New Hampshire. Questo risultati, uniti alla striscia negativa di Earnhardt fatta di incidenti e brutte prestazioni, permettono al giovane pilota Hendrick di balzare in testa al campionato.

A Talladega ritorna al successo Sterling Marlin, che rilancia così le sue quotazioni in ottica campionato. Indianapolis ospita la seconda edizione della Brickyard 400, il cui via è rimandato di 4 ore per la pioggia (di nuovo). Gordon parte dalla pole ma il vero protagonista è Earnhardt, il quale trionfa tenendo a bada un Dale Jarrett in rimonta. Jarrett è al secondo risultato utile i tre gare: due settimane prima ha trionfato a Pocono, il primo successo da pilota di Robert Yates.

Watkins Glen è il secondo appuntamento su un tracciato stradale della stagione. Wally Dallenbach jr fa valere la sua esperienza su questo genere di piste (è un due volte campione della Trans Am) e stacca il gruppo. Ma una caution nel finale erode il suo vantaggio, permettendo a Mark Martin di superarlo e segnare il terzo successo stagionale. Jeff Gordon finisce terzo, allungando in campionato sugli avversari.

Le due settimane successive sono all’insegna dei fratelli Labonte. Bobby vince di nuovo in Michigan, mentre Terry fa sua la notte di Bristol. Dale Earnhardt è protagonista in negativo della nottata: manda in testacoda Rusty Wallace all’inizio, poi fa lo stesso con Labonte proprio all’ultimo giro. Nel primo caso si becca una bandiera nera che gli costa diverse posizioni…e la rabbia dello stesso Wallace, che si scontra con lui nel paddock. I due si chiariranno nei giorni successivi.

La gara di Bristol segna la fine delle ambizioni iridate di Sterling Marlin, che rompe l’asse posteriore segnando il primo ritiro della sua stagione.

Finale di stagione

Nel mese di settembre Gordon segna un importante match point per aggiudicarsi il suo primo titolo. Su quattro gare ne vince due (Darlington e Dover), lasciando a Earhnardt giusto la vittoria nel ritorno di Martinsville. A fine mese, il vantaggio di Jeff sfiora ormai i 300 punti, con solo cinque gare alla conclusione: sono tanti, forse troppi.

Ad ottobre, la gara di North Wilkesboro vede un gradito ritorno. Ernie Irvan risale su una NASCAR per la prima volta dal terribile schianto in Michigan. Sul piccolo ovale del North Carolina il californiano conduce dei giri e conclude sesto, un ottimo inizio per quello che sembra una seconda giovinezza. La vittoria va a Mark Martin, con Dale Earnhardt che recupera punti su Jeff Gordon.

La settimana dopo a Charlotte Gordon ha problemi di assetto e finisce in trentesima posizione. Earnhardt è invece secondo dietro a Martin, alla sua quarta ed ultima vittoria stagionale. Dale recupera altri punti a Rockingham, finendo sesto con Jeff che non fa meglio di 20esimo. Il campionato si riapre.

A Phoenix Gordon reagisce, e conclude quinto precedendo di due piazze Intimidator. Nel miglio desertico, che vede il ritorno in victory lane del sempreverde Ricky Rudd, Wonder Boy mette una seria ipoteca sul campionato: nella corsa conclusiva gli basta arrivare 41esimo per mettere le mani sull’agognata Winston Cup.

Ed infatti, al round cdi Atlanta Dale Earnhardt vince in scioltezza, ma non basta per compiere il sorpasso. A Gordon, basta guadagnare i 5 punti di bonus per aver condotto in testa almeno un giro per chiudere i giochi iridati, ancor prima della fine della gara! Jeffrey Michael Gordon è campione NASCAR 1995. A 24 anni, è il più giovane titolato di sempre.

Il titolo di Rookie Of The Year va a Ricky Craven. Il pilota del Maine è alla sua prima stagione completa nella Winston Cup, dopo averla assaggiata solo part time. Craven batte la concorrenza di Robert Pressley, ex rivale ai tempi della serie cadetta Busch, mentre il veterano delle sprint car Steve Kinser delude fortemente le attese. L’ex pilota di sportscar Davy Jones disputa solo sette gare, ma poi rinuncia per concentrarsi verso la IndyCar. Da tale categoria arriva anche Pancho Carter, che tenta la fortuna in tre gare. Si qualifica solo a Pocono, dove finisce 13esimo, mentre manca clamorosamente l’accesso ad Indianapolis. E pensare che nel suo palmares si contano ben venti partecipazioni alla 500 miglia…

Classifica campionato: https://www.racing-reference.info/yeardet/1995/W

Grazue per averci seguito, alla prossima settimana!