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Petronas lascia la MotoGP: SRT nei guai

Un fulmine a ciel sereno colpisce la MotoGP, con Petronas che annuncia l’addio al mondiale in veste di sponsor. Dopo le voci filtrate ieri, oggi è arrivata la conferma: la casa petrolifera malese si ritira dal motomondiale come sponsor. Si tratta di un bel guaio per il Sepang Racing Team, che da poche settimane ha cambiato proprietà finendo nelle mani di Razlan Razali e Johan Stigefelt. E avviene nel momento peggiore, quando la squadra MotoGP deve mettersi sul mercato, alla ricerca disperata di due piloti a cui affidare le sue Yamaha satellite.

Petronas: addio alla MotoGP. Ora che succede con SRT?

Innanzitutto, spieghiamo il motivo di questa decisione da parte di Petronas. Il Sepang Racing Team era fino a poche settimane fa di proprietà dei gestori dell’omonimo circuito, tappa ormai classica della MotoGP. Ma il ritiro di questi investitori ha portato ad un cambio di gestione, con il team principal Razlan Razali ed il direttore sportivo Johan Stigefelt che ne hanno acquisito la proprietà. Tale scelta è stata l’occasione giusta per Petronas per staccare la spina ad un progetto che non dava più le garanzie di prima. Con il ritiro di Valentino Rossi, ed il passaggio di Franco Morbidelli a Yamaha factory, la scuderia rischia di non avere piloti di peso, una situazione che lo sponsor non può sostenere. C’è poi la questione pandemia, e di restrizioni che ad esempio impediscono di allestire le hospitality, indispensabili per intrattenere rapporti di business.


Valentino Rossi: il “Dottore” annuncia il ritiro


Addio a Moto2 e Moto3

La decisione di Petronas di lasciare la MotoGP avrà naturalmente delle conseguenze. La prima è quella della chiusura dei programmi di Moto2 e Moto3, necessaria per garantire la sopravvivenza del team MotoGP. Necessaria si, ma forse non sufficiente, se non si trova una valida alternativa. Sul fronte piloti, regna l’incertezza più assoluta. Le lungaggini di Yamaha, che con i suoi piloti ne sta combinando una più di Bertoldo, hanno impedito a Razali di mettersi sul mercato nei tempi giusti, con il risultato che i talenti buoni della classe media sono già sistemati. Lui e Stigefelt devono lavorare con ciò che è rimasto. Un’ipotesi circolata in Austria è quella di promuovere Darryn Binder dalla Moto3 direttamente nella classe regina, una mossa simile a quello che fece la Honda con Jack Miller nel 2015. Jake Dixon è un altro nome in ballo, anche come sostituto provvisorio in questa stagione. Yamaha ha di fatto licenziato Maverick Vinales (manca solo il cavillo legale con cui stracciare il contratto) e Cal Crutchlow lo sostituirà di sicuro. Franco Morbidelli non recupererà prima di Misano, perciò serve un pilota per Silverstone. L’idea è quella di promuovere Dixon nella sua gara di casa, per poi valutare le sue prestazioni in ottica 2022. Sul fronte tecnico, il team non potrà più disporre di una Yamaha ufficiale, accontentandosi di una meno evoluta Spec-B.


Yamaha sospende Vinales: niente Austria per Maverick


Immagine in evidenza di Yamaha Racing, per gentile concessione