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Pitbull, l’icona rap che entra nel mondo NASCAR

Dal vincere i Grammy Awards a vincere nella NASCAR (o perlomeno provarci) il passo è breve per Pitbull. Il celebre cantautore il 15 gennaio scorso ha annunciato la sua discesa nel campo delle stock car, diventando co proprietario del Trackhouse Racing. La scuderia fondata da Justin Marks schiera quest’anno una Chevrolet Camaro con al volante il messicano Daniel Suarez. Non solo: Pitbull sarà anche il Grand Marshal della Daytona 500, che si svolgerà il prossimo 14 febbraio. Il dietro le quinte di questo ingresso clamoroso, che aggiunge glamour ed un forte impatto sociale al motorsport americano per eccellenza.

Cosa ci fa una star Pitbull nella NASCAR?

In un’intervista esclusiva a Motorsport.com, Pitbull racconta i motivi che lo hanno spinto ad unirsi al Trackhouse Racing, entrando in un mondo che prima non conosceva. Non è solo questione di competere per vincere le gare, che lo scopo primario di ogni squadra che entra in un campionato, ma anche quello di mandare messaggi a scopo sociale, specialmente in un periodo storico come quello attuale. Una promozione a tutto tondo, che va al di là del semplice business. Ma perché scegliere la NASCAR?

Cos’è la NASCAR per Pitbull

La musica è un linguaggio universale“, ha detto Pitbull, che nella sua carriera ha venduto 7,5 milioni di copie dei suoi album, e 100 milioni di copie dei singoli. “Quando vado là fuori a cantare davanti a tutti, non importa se parlano inglese, spagnolo, cinese, italiano o se sono bianchi, neri, rosa o arancioni. Non importa. Quando siamo lì, parliamo tutti il linguaggio della musica. Credo che anche la NASCAR sia un linguaggio universale, tutti amano le auto veloci e le grandi storie“.

Parte importante della squadra sarà Travis Mack, ingaggiato come capotecnico.

E qui che viene il punto focale della questione. Per il cantautore, la sua presenza nel massimo sport del motore è un modo per dare un messaggio di unità. “La cosa più importante“, ha continuato, “è far sapere a tutti che la razza più importante è la razza umana“. Attraverso il suo coinvolgimento nella squadra Trackhouse, Pitbull spera di impiegare la storia sportiva per trasmettere un messaggio di fratellanza, abbattendo le barriere della diffidenza. Ci crede a tal punto da definire il suo ingresso nella serie una “chiamata dall’alto“.

Iniziative benefiche

C’è un’altra ragione che ha spinto il rapper ad entrare nella proprietà del team. Con la Trackhouse, Justin Marks vuole promuovere i programmi d’istruzione STEM destinati agli appartenenti alle minoranze etniche. Pitbull vuole fare altrettanto con la SLAM!. Acronimo di Sports Leadership and Management, è l’associazione che ha fondato nel 2013 a Little Havana (il quartiere latino di Miami), allo scopo di aiutare le minoranze in difficoltà economiche ad approcciare il mondo dello sport. NASCAR e solidarietà, un binomio vincente dal punto di vista promozionale. Sarà forte anche in pista?


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