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HomeCalcioPresidente Brescia: no alla ripresa del campionato

Presidente Brescia: no alla ripresa del campionato

Il Presidente del Brescia non vuole sentir parlare di una ripresa del campionato.

La Lega Serie A invece è di tutt’altro avviso, proprio oggi 2 Aprile 2020 sta riunendo i rappresentanti dei 20 club, e per domani 3 Aprile 2020 è fissata la nuova assemblea.

Si discute sul quando e come ripartire, la Uefa ha messo in campo delle ipotesi.

Mentre il governo italiano ha prorogato lo stop fino al 13 Aprile, vietando in questo modo ai club gli allenamenti necessari.

La Uefa inoltre ha delineato delle linee guida da rispettare, in modo da chiudere prima i campionati e poi le competizioni internazionali.

Nello specifico le squadre di Serie A dovrebbero così allenarsi in Aprile, riprendere a giocare a Maggio, e terminare il campionato e le coppe anche ad Agosto se necessario.

Per questi motivi alcune società si sono dette contrarie al ritorno in campo, e a riprendere il campionato.

Tra i contrari c’è sicuramente Massimo Cellino, il presidente del Brescia.

Le dichiarazioni di Massimo Cellino

Il Presidente del Brescia Massimo Cellino ha dichiarato alla Gazzetta che sarebbe folle e sconsiderato riprendere il campionato.

Inoltre non avrebbe nessun senso logico concludere questa Serie A.

Visto che ormai tutto è fermo, nessuna squadra tornerà come prima, gli stadi saranno a porte chiuse, e non si deve dimenticare il rischio per la salute degli atleti.

Ha aggiunto che se saranno costretti a scendere in campo la squadra non verrà schierata e sarà disposta a perdere le partite 3-0 a tavolino.

Per rispetto verso i cittadini di Brescia e dei loro cari che non ci sono più.

Per Cellino andare a giocare oltre la fine di Giugno sarebbe un errore gravissimo, e visto che non si potrà chiudere entro Giugno la squadra non verrà schierata.

Infine Cellino ha ccusato non solo la Lega Italiana per non aver capito prima la gravità della situazione, ma anche l’Uefa che per lui pensa solo ai suoi interessi econimici e alle Coppe.

Ha concluso dicendo che l’Uefa dovrebbe pensare a spedire bombole d’ossigeno e respiratori, anzichè proporre date improponibili.