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Quei piloti di Formula 1 che hanno vinto la 24 ore di Daytona

La 24 ore di Daytona, appuntamento classico del motorsport made in USA, accoglie piloti da ogni dove, che sia IndyCar, NASCAR, Le Mans o anche la Formula 1. Non tutti lo sanno, ma il legame tra la massima formula e la tappa endurance americana è più stretto di quanto si pensi, con diversi piloti che l’hanno persino vinta In questo articolo vi parleremo dei conduttori che hanno portato a casa il successo dall’altra parte dell’Oceano, in uno scenario completamente differente.


24 ore di Daytona: i piloti da copertina


Chi sono i piloti di Formula 1 che hanno vinto la 24 ore di Daytona?

Tornando indietro nel tempo, il primo formulista che ha conquistato la 24 ore è Pedro Rodriguez. Il messicano, 54 GP disputati con Ferrari e Lotus, vinse nel 1963 proprio per il Cavallino, al volante della 250 GTO. In quell’anno a Daytona si disputava una gara di 3 ore, poi convertita l’anno successivo a 2000 Km. Rodriguez replicò il successo, sempre con la 250 GTO. Nel 1970 Pedro conquistò la prima 24 ore con la Porsche 917, replicando ne l 1971 con la stessa vettura.

Altro pilota F1 trionfatore della gara della Florida fu Rolf Stommelen. Il tedesco, anche lui con 54 presenze tra Surtees, Brabham e Arrows, trionfò ben quattro volte. La prima fu nel 1968 con la Porsche 907LH, al fianco del futuro capo dei reparti corse BMW e Mercedes Jochen Neerspasch. Sempre con Porsche, ma con la leggendaria 935, Stommelen vinse anche le edizioni del 1978, 1980 e 1982. Proprio su una 935 Rolf perse la vita in un drammatico incidente, durante la gara IMSA GT di Riverside, California.

L’epopea degli anni 80

Il legame tra Formula 1 e 24 ore di Daytona proseguì anche negli anni 80, con alcuni nomi altisonanti che figurano nell’albo d’oro. Uno di questi è Thierry Boutsen, pilota belga dai modi gentili che conquistò la classica della Florida nel 1985. Thierry prese parte alla gara con un Porsche 962, accanto al tre volte vincitore di Le Mans Henri Pescarolo e Bruce Leven. Il ritiro della vettura spinse Porsche a trasferirlo nella squadra di Preston Henn, che rappresentava il costruttore nella serie IMSA. Bousten, insieme alle leggende di Indy AJ Foyt e Al Unser Sr, trionfò battendo la vettura gemella di Al Hobert, che era guidata anche da Al Unser Jr. Boutsen ha tre vittorie all’attivo nella massima formula, ottenute con la Williams Renault tra il 1989 ed il 1990.

Martin Brundle fu un altro protagonista della massima formula che ebbe fortuna a Daytona. L’inglese aveva esordito con la Tyrrell nel 1984, impressionando bene. Ma non aveva trovato un ingaggio top, cosa che lo spinse ad entrare nel programma Jaguar nei prototipi. E proprio con una Gruppo C inglese che Martin fece sua l’edizione del 1988, al fianco di Raul Boesel, John Nielsen e Jan Lammers. Brundle vanta nove podi all’attivo in F1, di cui quattro con la Benetton nel 1992.

La Formula 1 alla 24 ore di Daytona, dagli anni 90 ai giorni nostri

L’elenco dei vincitori si estende con altri nomi più o meno conosciuti. Si parte con Giovanni Lavaggi, trionfatore nel 1995 e pilota Minardi per un anno e mezzo circa, e si finisce con Mauro Baldi, ex Alfa Romeo e Spirit, che ottenne il primo successo nel 1998, con La Ferrrari 333 SP dell’amico Gianpiero Moretti. Il reggiano replicò nel 2002, assieme all’altro ex Max Papis.

Christian Fittipaldi e Juan Pablo Montoya contano tre vittorie ciascuno. Il brasiliano inaugurò l’era dei Daytona Prototype nel 2004, vincendo con una Doran Ford. Il nipote di Emerson, ex Minardi e Arrows, ha poi conquistato le edizioni del 2014 e del 2018, con l’Action Express Racing di cui oggi è direttore sportivo. Montoya, dal canto suo, vanta vittorie nel 2007, 2008 e 2013, più un successo mancato nel 2010 perdendo la volata contro Joao Barbosa.


Montoya a Indianapolis con McLaren già nel 2018!


Fernando Alonso è il più quotato tra i vincitori, essendo un due volte campione del mondo. L’asturiano ha corso nel 2019 con il Wayne Taylor Racing, trionfando con una Cadillac DPi. Al suo fianco c’era l’ex pilota Sauber Kamui Kobayashi, il quale ha bissato nel 2020, con la stessa vettura e lo stesso team. Una vittoria per Sebastien Bourdais, ex Toro Rosso, che nel 2014 fece coppia con Fittipaldi e Barbosa al volante della Corvette DP dell’Action Express Racing.


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