Verstappen ha vinto il GP dell’Arabia Saudita dopo una battaglia serrata con Charles Leclerc. La Red Bull è riuscita a stare al passo per mettersi al momento giusto alla caccia della Ferrari del Monegasco, potendo abbassare la temperatura delle gomme che si erano surriscaldate e recuperando un vantaggio prestazionale sui rettilinei che Charles ha cercato di limitare con scelte tattiche molto argute. I team Red Bull-Ferrari arrivano a prestazioni simili con progetti diversi, ma con un intento identico: quello di vincere il Campionato del Mondo di Formula 1.
Jeddah-: la Red Bull festeggia con Verstappen
Red Bull-Ferrari: i team sono in competizione
Al netto dell’influenza che potranno avere gli sviluppi delle monoposto di Maranello e Brackley, a determinare le gerarchie tra Red Bull e Ferrari saranno i dettagli. La concorrenza che sta proponendo questo inizio di Mondiale ha consentito di far salire in cattedra i piloti principali, spalancando le porte ad una sfida a tutto campo con Verstappen e Leclerc. Charles si è completamente ritrovato, dopo due anni trascorsi lontano dai riflettori, ma anche Max è molto diverso da quello che lo scorso anno ha affrontato Lewis Hamilton. Il duello visto in Bahrain e confermato a Jeddah è un confronto duro, aggressivo ma sempre leale in cui spicca un Verstappen molto più corretto rispetto a quello visto nel 2021. Un bella immagine per la Formula 1, visto che al momento sembrano essere vere e sentite anche le esternazioni viste dopo la bandiera a scacchi, con Leclerc che ha alzato il pollice all’indirizzo dell’avversario e Max che prima di salire sul podio ha riservato pacche sulle spalle al Ferrarista.
Red Bull-Ferrari: le differenze tra i due team
È giusto sottolineare che questo è una cosa momentanea perché se gli equilibri si confermeranno fino a stagione inoltrata, gli animi saranno inevitabilmente destinati a surriscaldarsi con l’avvicinarsi della volata finale. A Jeddah la differenza che ha giocato a favore di Verstappen e della Red Bull è stata una virtual safety car arrivata nel finale di gara. Dopo il pit-stop anticipato (legato all’ingresso in pista della safety car causata dall’incidente di Latifi) Max si è ritrovato in seconda posizione alle spalle di Leclerc, ma per quanto l’Olandese abbia spinto, dal giro 18 al 38 non è mai riuscito ad entrare in zona Drs. Verstappen ha potuto contare su una velocità eccellente, ma ha dovuto combattere un fastidioso surriscaldamento delle gomme anteriori lamentato via-radio in più occasioni. Poi la corsa è stata congelata dalla VSC causata dallo stop di Ricciardo, e le due tornate a velocità ridotta hanno consentito alla Red Bull di riportare le gomme nella giusta finestra di lavoro. Quando la gara è ripresa Verstappen ha confermato un passo più aggressivo, ed il duello con Leclerc è entrato nel vivo, con il sorpasso definitivo al giro 46. Per la Ferrari il weekend di Jeddah è stato comunque ricco di conferme, e tutte molto positive nonostante il non raggiungimento del primo posto.
I miglioramenti della Ferrari
La F1-75 ha superato brillantemente l’esame su un circuito molto diverso da quello del Bahrain, contendendo la vittoria alla Red Bull fino alla bandiera a scacchi e confermando due piloti sul podio. È stato molto interessante vedere quanto due vetture concettualmente diverse e con caratteristiche differenti si siano ritrovate a spaccare il centesimo di secondo per prevalere sull’avversario, uno scenario auspicato da chi ha varato il nuovo regolamento tecnico ma che sta offrendo uno spettacolo migliore delle più rosee aspettative. La Ferrari è definitivamente della partita, ed anche se si fa in fretta ad abituarsi ai trionfi non è davvero poca cosa ricordando Jeddah di quattro mesi fa, con Leclerc e Sainz transitati in settima e ottava posizione sotto la bandiera a scacchi.
Red Bull-Ferrari: la battaglia si farà più pressante
I cinquanta giri di gara hanno anche evidenziato un passo diverso del tandem Leclerc-Verstappen rispetto a quello Perez-Sainz. Il pilota Messicano Verstappen ha molto da recriminare, visto che ha dovuto cedere il comando della corsa a causa della safety car, ma quando si è trattato di riacciuffare il tandem di testa la sua rincorsa si è fermata alle spalle di Sainz. Continua ancora a far notizia la Mercedes, ma solo perché dopo otto anni marchiati a fuoco non è semplice abituarsi a vedere il team di Brackley nell’inedito ruolo di comprimario. Jeddah ha confermato quanto visto in Bahrain, e senza le due Red Bull fuori dai giochi come a Sakhir, il quinto posto è la posizione a cui può ambire oggi la W13 come massimo traguardo. A centrare il target è stato Russell, con Hamilton che ha pagato pegno alla disastrosa qualifica che lo ha relegato al via in sedicesima posizione. Lewis ha lottato, ma i miracoli in Formula 1 non esistono e alla fine ha strappato il punto della decima posizione chiudendo a quasi dieci secondi da Kevin Magnussen.
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