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Rossi: in Portogallo c’è stata una crescita

Valentino Rossi ha raccolto ben poco dal gran premio del Portogallo. Una qualifica ancora sottotono e una caduta con conseguente ritiro. Eppure il Dottore nelle interviste post gara era sembrato piuttosto sereno e fiducioso. Seguendo la sua analisi infatti si può notare come in realtà non tutto quello che è successo a Portimao sia da buttare, anzi. Rossi partito dalla 17ma piazza era risalito fino al 12mo posto prima di scivolare in curva 10. Il passo poi sembrava essere ad un buon livello, tale da permettergli anche un piazzamento finale in top 10. Vediamo allora perché questo weekend di gara non è completamente da buttare per Valentino Rossi, ed anzi perché possa dire di essere migliorato.

Valentino Rossi è davvero migliorato in Portogallo?

Il primo aspetto da considerare in ordine logico è la qualifica. Su questo c’è da essere chiari: così non va bene. Lo stesso Rossi si è detto preoccupato sotto questo punto di vista. La qualifica nel corso degli anni è diventata fondamentale per via dell’elettronica delle moto così estremizzata e per un livello generale piuttosto alto ed omogeneo. In gara è davvero raro assistere a rimonte incredibili come poteva accadere 5/6 anni fa. Da qui si collega il secondo aspetto della nostra analisi: la rimonta di Valentino. Il 9 volte campione del mondo in effetti era risalito dalla 17ma posizione fino alla 12ma prima di cadere, e aveva alla propria portata un gruppetto di piloti. Tra l’altro, vuoi per errori personali, vuoi per bravura del Dottore, Maverick Vinales gli era finito alle spalle in partenza. In una situazione di gara piuttosto simile il pilota ufficiale aveva fatto ancor più fatica di Rossi nel risalire, pur dotato dello stesso mezzo e delle cure del box factory.

Rossi: la caduta è stata un vero peccato

Il passo gara

Un altro aspetto da prendere in considerazione è il passo gara. Qui la cosa migliore da fare per tagliare la testa al toro è confrontare il passo di Valentino con quello di Quartararo, autentico dominatore della gara portoghese. Il francese ha tenuto un ritmo stratosferico dal primo all’ultimo giro e questa è una cosa importante da considerare. Lo stesso Mir a fine gara al parco chiuso aveva sottolineato come si fosse trattato di una gara estremamente veloce. El “Diablo” ha girato la prima metà di gara sul ritmo di 1’40” basso mentre dalla metà in poi ha iniziato a spingere come un forsennato rimanendo costantemente sull’1’39”. Confrontando i dati con quelli di Rossi si può notare come Valentino abbia tenuto un ritmo non così lontano come ci si potrebbe immaginare. È rimasto piuttosto costante infatti sul passo di 1’40” alto. La vera differenza tra il vincitore del Portogallo e il Dottore l’ha fatta il cambio di passo messo in mostra da metà gara in poi. Certo Rossi è caduto poco dopo aver scavallato il momento centrale della corsa e quindi non possiamo sapere come avrebbe finito la gara, nel bene e nel male. Visto l’andamento però potremmo azzardare un’ipotesi, ossia che il Dottore avrebbe potuto agguantare la 8°/9° posizione in coda o in mezzo ai fratelli Marquez. Con Alex del resto aveva condiviso la risalita fino alla caduta del 14 giro.

Capitolo circuito

L’ultimo punto della nostra analisi non può che riguardare la pista, anzi le piste. Partiamo col dire che quello di Losail è da sempre uno dei circuiti meno amati da Rossi. Quello di Portimao invece è rientrato solo lo scorso anno in calendario. Se è vero che Rossi a differenza dei suoi avversari può vantare già in passato delle presenze su questo tracciato in top class, è anche vero che erano altri tempi e altre moto. Il circuito dell’Algarve è poi uno dei più tosti del mondiale, a livello fisico i piloti sono messi davvero alla prova. È chiaro come in queste condizioni anche l’atletismo dei ragazzi possa fare un minimo la differenza. Quartararo che ha vinto è praticamente un ragazzino con i suoi 21 anni, Bagnaia, secondo, ne ha 24. Se consideriamo che Marc Marquez con 28 anni sulle spalle è uno dei più “esperti” allora bisogna davvero dare un peso diverso, almeno in queste condizioni, alle prestazioni del 42enne di Tavullia. Già dalla prossima a Jerez la musica potrebbe cambiare. Rossi non ha mai negato di apprezzare molto le curve del circuito spagnolo e lo scorso anno è finito anche sul podio. Sarà un buon modo per saggiare la tesi che vogliamo seguire. La coppia Rossi-Petronas sta crescendo.