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Sara Gama e i diritti, intervista TV. Ius Soli? Parliamone

Sara Gama non è solo una calciatrice italiana, non è solo il capitano della Juventus, non è solo il capitano della nazionale azzurra. E’ una donna nel pieno delle sue performance sportive a 32 anni compiuti ieri 27 marzo. Sara Gama è vice presidente dell’AIC, prima donna a ricoprire questo ruolo all’interno dell’Associazione italiana calciatori, dove è entrata da consigliere federale nel 2017. Sara Gama è un simbolo nel calcio femminile italiano. Non un simbolo che si ferma al rettangolo verde, ma l’espressione di un’atleta in grado di produrre davvero tanta sostanza dietro a ciò che frontalmente rappresenta. E lo ha dimostrato una volta di più nel corso dell’intervista rilasciata in diretta streaming alla trasmissione “Propaganda Live” su La7, il giorno prima del suo compleanno.

Chi non ricorda il discorso di Sara Gama davanti al Presidente Mattarella?

La Gama è portavoce di tutto il movimento calcistico femminile ed in lei si riconoscono tante bambine che approcciano questo sport. Non è un caso che Mattel abbia voluto creare una Barbie a sua immagine e somiglianza da inserire nella collezione dedicata a donne reali, lanciata nel 2018 il giorno della Giornata Internazionale delle Donne. Ed è stata Sara a portare la voce azzurra davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a leggere – come ha ricordato durante l’intervista – l’articolo della Costituzione che porta il numero della sua maglia, il 3.

La pandemia ha bloccato la crescita del calcio femminile?

Secondo Sara no. Secondo la sua idea, l’evoluzione di questa disciplina al femminile, nasce dall’ingresso dei club professionistici nei campionati femminili: “Siamo stati tutti privati nel poter seguire le squadre di calcio, ma penso che questo anno di pandemia non ha bloccato la nostra crescita. L’anno di svolta c’è stato nel 2015 con i club professionistici maschili nel femminile. Il processo ci ha portato al Mondiale dopo 20 anni senza qualificazione. Abbiamo cominciato a lavorare in una determinata maniera”.

I Mondiali femminili hanno avuto successo per l’assenza degli uomini nella stessa competizione?

Più di qualcuno si è chiesto in passato se il successo della Nazionale femminile coincidesse in qualche modo con l’assenza dai media di quella maschile che non era riuscita a qualificarsi per la medesima competizione. A questa ipotesi la Gama ha così risposto:

Ci è dispiaciuto molto che la squadra maschile non si sia qualificata ma chiaramente in quell’occasione sapevamo che quella sarebbe stata un’occasione unica, lo abbiamo vissuto con entusiasmo. Non siamo state seguite perché non c’erano i maschi ma perché ci siamo fatte conoscere. Il percorso non è interrotto, il calcio femminile sta crescendo”.

La lotta per i diritti

In chiusura di intervista arriva la domanda insidiosa. Si parla di Ius Soli. La statura di Sara Gama si evidenzia anche in questa occasione.

” Il problema dello Ius Soli deve essere affrontato, la società cambia. Non sono in parlamento, non faccio questo di lavoro e non so quale sia la via migliore, ma quello che è sicuro è che è sempre un buon momento per garantire dei diritti”.

La lucidità e la dialettica idonee per esprimere un concetto forte senza, di fatto, esprimere la sua posizione personale. Sono queste caratteristiche che consolidano e danno continuità ad un futuro di carattere dirigenziale per il difensore azzurro. Le bambine che vorranno diventare calciatrici sanno che possono contare su un modello equilibrato, capace e volitivo, un modello che potrà in futuro, anche fuori dal campo, essere di grande aiuto per la crescita e lo sviluppo del calcio femminile.

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