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Scherma: Aspromonte e Tagliarol, opinioni diverse

Dopo sette mesi si torna a parlare dei Mondiali Cinesi.

Lo schermidore Italiano Matteo Tagliarol ha dichiarato che dopo i Mondiali in Cina si è sentito male, facendo nascere dubbi sulla sicurezza mancata per gli atleti che hanno partecipato alle gare.

Diecimila atleti, tutti insieme, a Wuhan.

Dal 18 al 27 ottobre 2019 la città poi diventata focolaio della pandemia aveva ospitato i Giochi Mondiali militari.

La delegazione italiana era composta da circa 200 persone tra atleti, staff tecnico e dirigenti accompagnatori.

Tra gli atleti ci sono pareri contrastanti, tra chi dice che al ritorno da Wuhan non ha avuto alcun sintomo e non si è ammalato, e chi invece ha sofferto di problemi fisici e poi è stato contagiato.

Insomma le sue dichiarazioni dopo tanti mesi hanno acceso un polverone, e anche atleti stranieri stanno dandogli ragione.

L’Equipe ha scritto alcune dichiarazioni dei pentatleti Elodie Clouvel e Valentin Belaud sulla questione.

“Siamo stati a Wuhan, poi ci siamo ammalati, lui ha saltato tre giorni di allenamenti, io ho avuto problemi mai avuti prima.

E quando abbiamo parlato con un medico militare, ci ha detto: penso che l’abbiate già avuto perché gran parte della delegazione si è ammalata”.

Ma anche in casa Italia ci sono azzurri presenti in quella competizione che o in Cina o al ritorno a casa hanno sofferto dei sintomi ormai famosi.

Inoltre sul sito francese Bfmtv un atleta transalpino che ha voluto rimanere anonimo ha raccontato di essersi ammalato con i sintomi del coronavirus (febbre, difficoltà respiratorie).

Le dichiarazioni di Matteo Tagliarol

“Quando siamo arrivati a Wuhan, quasi tutti ci siamo ammalati.

Io ho avuto tosse, molta tosse. Valerio Aspromonte è stato a letto quasi tutto il tempo.

“Mai stato così male, ho avuto tanta tosse, con me in tanti, compreso il mio compagno di stanza Aspromonte”, ipotizzando un contagio generale al Covid-19.

Mentre la delegazione italiana conquistava medaglie, intorno nulla faceva pensare a un’emergenza, ricorda Matteo.

“C’era qualcuno con la mascherina, ma come avevo già visto nelle trasferte cinesi.

Nulla di più, l’unica cosa è che in infermeria non c’erano più nemmeno le aspirine, tutto finito.

Tanta era stata la richiesta di medicinali per tutti quelli che si erano ammalati”.

Per Tagliariol il peggio è arrivato al ritorno a casa.

“Per una settimana sono stato benino, poi ho avuto la febbre altissima.

Sono asmatico, ma il problema è lieve, e in quei giorni invece sentivo che non respiravo.

Ho detto a Martina (Batini, la compagna, azzurra del fioretto): se vedi che non respiro bene, chiama l’ospedale”.

Il malanno non è passato nemmeno dopo una cura con gli antibiotici.

“Nemmeno quelli hanno cambiato niente, alla fine sono stato ammalato tre settimane, sempre con tosse, molto debilitato.

Alla fine sono guarito e si è ammalato Leo (il figlio, compirà 2 anni la prossima settimana), anche lui per tre settimane con una tosse impressionante.

Ci hanno detto che aveva il broncospasmo, ma non si risolveva nemmeno con il Ventolin, poi si è ammalata anche Martina, ma più lievemente.

Quando si è cominciato a parlare del virus, senza nessuna competenza medica, mi sono detto: allora l’ho preso.

Ho 37 anni, sono sportivo, sono stato davvero molto male rispetto ai miei standard”.

In tanti hanno avuto febbre, anche se non altissima”.

La Risposta di Valerio Aspromonte a Tagliarol

Il Collega schermidore azzurro Aspromonte ha risposto alle dichiarazioni di Tagliarol, raccontando una versione opposta a quella dell’amico.

Inoltre è stato citato proprio da Tagliarol stesso, visto che erano compagni di stanza.

Il fiorettista ha spiegato: “Io ho fatto un viaggio intercontinentale, dopo 16-18 ore sono arrivato al Villaggio di Wuhan.

Poi ho dormito tanto per la stanchezza e il jet lag ma è normale.

Non ho avuto sintomi influenzali, nè febbre, nè tosse particolare.

Ero nella stessa camera di Matteo Tagliariol e non capisco perché sia uscito tutto questo a mesi di distanza.

Io non ho avuto nulla e la gara si è svolta nel modo più normale possibile”.

Aspromonte ha poi continuato: “Siamo stati 11 giorni dentro il Villaggio che era pulito e ordinato.

Atleti moribondi per il villaggio non ne ho visti, ho sempre mangiato nella mensa del Villaggio, era tutto nella norma.

A me dispiace che escano certe cose a distanza di mesi.

La mia famiglia e io siamo stati benissimo, nessuno di quelli che è stato intorno a me è stato male, tantomeno io.

Poi i tempi di incubazione del coronavirus dicono che sia dai 5 ai 15 giorni.

Non puoi stare subito male quando arrivi a meno che non lo hai preso prima di partire”, ha proseguito il campione azzurro che si sta allenando ancora a casa.

“Non sono mai uscito di casa, ho fatto una quarantena vera. Ho sempre fatto ginnastica con mio figlio.

Ora ho iniziato un po’ di attività all’esterno ma ancora non sono entrato in sala scherma.

Stiamo aspettando le linee guida della Federazione per iniziare la parte più tecnica.

Con le Olimpiadi slittate e le gare che per i prossimi 4-5 mesi non ci saranno, credo sia anche il caso di aspettare.

Magari una settimana in più, per fare andare tutto per il verso migliore.

L’importante è ripartire e fare le cose senza rifermarsi subito”.

Le differenti opinioni dei due schermidori

Ognuno ha detto la sua verità, l’unica certezza è che la Scienza Mondiale ha detto che le primi polmoniti sono cominciate a circolare già da Novembre-Dicembre.

Ma le dichiarazioni di Aspromonte sono le più condivisibili, infatti gli atelti potevano benissimo essere asintomatici già prima di partire.

E se avessero preso il virus, non si sarebbe sviluppato subito, ma avrebbe dovuto aspettare qulache giorno o settimana per l’incubazione.

Dire queste cose dopo tanti mesi, può solo destabilizzare lo Sport Mondiale, e creare nuovi dubbi sulla Cina.