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Serie A, troppi rischi: il gioco vale la candela?

La notizia è di quelle che non passano inosservate, soprattutto di questi tempi: l’incubo del coronavirus si intreccia ancora con la realtà del calcio italiano. Questa volta concretamente, al di fuori dei palazzi in cui vengono prese le decisioni.

I tamponi effettuati dalle squadre di Serie A hanno fornito come verdetto la positività di 10 tesserati tra giocatori ed addetti ai lavori, appartenenti a Fiorentina e Sampdoria.

Le persone interessate stanno bene e sono asintomatiche, le società hanno già effettuato tutte le manovre necessarie per contenere i rischi ma l’avvenimento, già di per se’ grave, getta benzina sul fuoco di un dibattito già acceso da tempo: quello della ripresa del campionato.

Mentre la maggior parte degli enti calcistici vorrebbe tornare in campo, la componente politico-scientifica è molto più cauta e prende tempo per capire l’evoluzione del contagio.

E nonostante il muro ideologico tra le due posizioni sia crollato a suon di incontri e mediazioni da parte dei vari comitati sanitari, gli avvenimenti di queste ultime ore dovrebbero allontanare ulteriormente la volontà, da parte di tutti, di riprendere a giocare.

Ci sono numerose variabili in gioco, troppe per essere controllate: nel caso in cui (come purtroppo è successo in questi giorni) alcuni giocatori risultassero positivi dopo la ripresa, come si potrebbe salvaguardare la salute pubblica e non solo degli altri giocatori? Nonostante tutti gli accorgimenti del caso (isolamento, partite a porte chiuse, ritiri), la questione diventerebbe di portata nazionale. A causa di ciò, numerosi altri sport (sicuramente meno redditizi del mondo del pallone) hanno deciso di terminare anzitempo tutte le competizioni, per non rischiare di aumentare ulteriormente il peso che questa emergenza sanitaria sta avendo sul sistema medico italiano.

E’ bene che anche il mondo del calcio rifletta su questo, mettendo da parte interessi personali ed economici per concentrarsi sull’unità di intenti e su un modo di pensare solidale che molte altre aziende stanno adottando per provare ad uscire il prima possibile dalla crisi.

Gli incontri che avverranno nei prossimi giorni tra i massimi organi calcistici ci diranno qualcosa di più, sperando che dai tamponi non arrivino altre notizie negative.