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Spagna sempre ai Mondiali: accade dal 1978

Spagna sempre ai Mondiali. Dal 1978 la compagine iberica si presenta ai nastri di partenza della massima rassegna per le nazionali di calcio. Ieri sera, Morata, segnando alla Svezia, ha regalato la dodicesima qualificazione di fila alla Spagna. Tra le compagini europee solo la Germania è riuscita a fare meglio della nazione bagnata dal Guadalquivir. La nazionale teutonica, nella sua Storia, ha mancato solo a due manifestazioni iridate. La prima, quella del 1930, quando nemmeno si iscrisse alla manifestazione e la seconda, quella del 1950, quando le fu negato il permesso di partecipare alle qualificazioni, per la fase finale in Brasile, perché ritenuta responsabile dei grandi danni causati dalla Seconda Guerra Mondiale.

Da Argentina ’78, Spagna sempre presente alla fase finale della Coppa del Mondo

Dal 1974 quando a Francoforte un certo Josiph Katalinski, segnò il gol qualificazione nello spareggio tra Spagna e Jugoslavia, nessuno è mai più riuscito a sbarrare la strada agli spagnoli, per partecipare alla fase finale di una Coppa del Mondo. Dunque, da Argentina 1978 a Qatar 2022, la Spagna non ha mai più mancato una qualificazione alla massima rassegna per le squadre nazionali di calcio. In Sudafrica, nell’edizione 2010, la formazione iberica è anche riuscita a diventare Campione del Mondo, battendo in finale l’Olanda, con una rete di Iniesta al 116’ di gioco. Quella è stata sicuramente la Spagna più forte di tutti i tempi: una formazione costituita dai grandi assi del Barça di Guardiola: Piqué, Puyol, Busquets, Xavi, Iniesta, Villa, Pedro… Oggi la Spagna di Luis Enrique è sicuramente una formazione meno competitiva di quella là di Del Bosque, che all’epoca non aveva eguali al Mondo, ma è certamente una squadra con grandi margini di miglioramento. I giovani a disposizione di Luis Enrique, li abbiamo visti agli ultimi Europei, sono giocatori veramente interessanti che un domani potrebbero costituire un grande futuro per il calcio mondiale. Dani Olmo, Pablo Sarabia, Rodri, Gavi, Pedri, Fatih, Brahim Diaz… sono sicuramente talenti da tenere in grande considerazione, sono certamente elementi che nelle prossime stagioni potrebbero costituire l’ossatura di un grande organico.

La Spagna ai Mondiali: non sempre all’altezza delle aspettative

In molte edizioni dei Mondiali, la Spagna ha finito per fare la comparsa. Diciamo però che, a parte nell’edizione del 2010 in Sudafrica e forse nel 1982, la Spagna non è mai partita per essere veramente una delle pretendenti alla vittoria finale. E uno dei Mondiali più deludenti mai disputati dalla nazionale iberica fu proprio quello del 1982, quando la Spagna ne fu l’organizzatrice. Quella squadra di Santamaria, assieme al Brasile di Telé Santana, era la grande favorita per vincere quel Mondiale. Ma in quella edizione spagnola, le furias rojas tradirono le attese dei loro tifosi e tutto si tramutò in una grande delusione. Quella squadra di Santamaria non riuscì nemmeno ad arrivare nelle prime quattro posizioni e si fermò alla soglia della seconda fase. Per le furias rojas solo una vittoria in tutto il Mondiale, per di più stentando contro la Jugoslavia (2-1). Poi sconfitte contro Irlanda del Nord e Germania Ovest e pareggi osceni contro Honduras e Inghilterra. Quella Spagna era una formazione con molti giocatori di Real Madrid e Barcellona. Tra le stelle di quella squadra brillavano i nomi di Quini e Juanito. Poi c’erano giocatori fortissimi come il portiere della Real Sociedad Arconada e il centrocampista super offensivo Zamora, sempre della squadra di San Sebastian.

Le Furias Rojas a Mexico ’86

Come prestazioni la Spagna andò meglio quattro anni dopo in Messico, quando le furias rojas riuscirono ad approdare ai quarti di finali, battendo negli ottavi una delle grandi sorprese di quella manifestazione, la Danimarca di Elkjaer, Lerby, Arnesen, Laudrup… Era la Spagna del Buitre. Una squadra che tra le sua fila, oltre a  Butragueño, poteva contare sulla presenza di altri forti giocatori del Real Madrid come Camacho, Michel, Gallego. In quegli ottavi la Spagna di Victor Muñoz inflisse un sonoro 5-1 alla Danimarca, con Butragueño che realizzò quattro gol alla forte formazione di Piontek. Ai quarti, poi, le furias rojas persero contro il Belgio, ma alla lotteria dei calci di rigore.

Le delusioni nei successivi Mondiali

Nelle successive due edizioni dei Mondiali la formazione iberica superò sempre la fase dei gironi, non riuscendo però ad approdare ad una semifinale. Ad Italia ’90 la Spagna si fermò agli ottavi dinanzi all’ostacolo della Jugoslavia (1-2 dts). Mentre ad Usa ’94 perse contro l’Italia ai quarti, sempre con lo stesso risultato di 2-1. Per quanto riguardo le altre edizioni, ci fu gran rammarico nel 2002, quando la squadra di Camacho fu eliminata dalla Corea del Sud, causa un arbitraggio scandaloso che favorì i padroni di casa asiatici, negando così la qualificazione alle semifinali alle furias rojas. Nelle ultime due edizioni, invece, la Spagna ha molto deluso. Perché se non era proprio la favorita ad alzare al cielo la Coppa del Mondo, la squadra figurava comunque tra le principali pretendenti a vincere il titolo iridato: tra le fila di quelle Spagna c’erano sempre i vari Piqué, Silva, Sergio Ramos, Busquets, Xavi, Iniesta, Fernando Torres, Diego Costa… Nel 2014, da detentori della Coppa del Mondo, le furias rojas, non sono però riusciti a passare nemmeno la fase dei gironi. Mentre nell’ultima edizione, quella del 2018, gli iberici, non sono andati al di là degli ottavi di finali, perdendo contro la Russia ai calci di rigore.

Morata alla fine della partita contro la Svezia: “La Spagna ai Mondiali ci deve sempre essere!” 

Intervistato dalla tv spagnola, dopo la rete decisiva segnata contro la Svezia, Morata ha detto:“È una grande notizia per noi potere dire di andare in Qatar. La strada da percorrere è però lunga. Ogni volta che ci sono delle convocazioni c’è sempre molta tensione e oggi non voglio festeggiare più del necessario. La Spagna ai Mondiali deve esserci sempre. In Qatar ogni partita sarà difficile, affronteremo squadre molto ben organizzate. Oggi siamo però felici perché in Qatar ci saremo e perché ci sarà una grande squadra, che potrebbe lottare per vincere il Mondiale. Bisogna dunque lavorare duro nel proprio club per avere questa possibilità. Abbiamo sofferto tutti insieme e quando questo succede è molto difficile per noi perdere”.