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Sport minori: questo mese parliamo di ciclismo su pista

Dopo tiro con l’Arco e Karate (qui) in questo mese parliamo di ciclismo. Non di quello su strada che passa in tv nelle grandi occasioni, ma del ciclismo su pista che alla ribalta approda spesso solo in occasione delle Olimpiadi.

Una delle discipline olimpiche che ci hanno regalato un gran numero di medaglie, ben 37 distribuite tra uomini, donne e diverse specialità.

La storia del ciclismo su pista

Nel 1896, l’Olimpiade di Atene aveva già tra le discipline in gara, il ciclismo su pista. Due le specialità che ancora oggi vengono praticate e sono nel programma a cinque cerchi: il chilometro da fermo e la velocità. Alle lunghe distanze delle gare in voga in quel periodo – 12 ore su pista ad esempio – vengono man mano preferite distanze meno impegnative che daranno alla specialità la connotazione di disciplina veloce. Quarto di miglio e inseguimento a squadre saranno tra quelle introdotte già dal 1908. Per avere la presenza femminile alle Olimpiadi dobbiamo aspettare però parecchi decenni e solo nel 1988 nell’edizione di Seoul potremo ammirare le prime “Pistard” donne. Nel corso degli anni l’introduzione di nuove specialità ha reso la disciplina sempre più interessante e divertente per il pubblico. Ultima, l’ Omnium un mix tra 6 differenti pratiche: scratch, inseguimento individuale, corsa a eliminazione, km da fermo, giro lanciato e corsa a punti

Gli azzurri del ciclismo su pista

Enrico Brusoni a Parigi nel 1900 conquista l’oro nella corsa a punti. Nella stessa specialità però dovranno passare più di 90 anni per trovare un secondo trionfo azzurro, quello di Giovanni Lombardi a cui, quattro anni dopo, seguirà la vittoria olimpica di Silvio Martinello. Nonostante il tempo diluito, fino al 2008 – ultimo anno di inserimento nel programma olimpico – l’Italia risulta l’unica nazione ad aver vinto 3 ori olimpici nella specialità. Francesco Verri è la prima medaglia d’oro azzurra ad Atene 1906, conquistata nella gara Cronometro mentre l’ultima in ordine cronologico è quella di Elia Viviani a Rio de Janeiro nel 2016 nella nuova specialità dell’Omnium.

Le azzurre del ciclismo su pista

Antonella Bellutti conquista per l’Italia due storiche medaglie d’oro. La prima ad Atlanta nel 1996 nella gara ad inseguimento individuale, la seconda a Sidney nel 2000 nella Corsa a punti. Usciamo per un attimo dai palazzetti della pista per fare meritata menzione alla due volte campionessa olimpica Paola Pezzo. Atlanta e Sidney sono le edizioni in cui sarà imbattibile nella specialità del cross country regalando fino ad oggi, all’Italia, il ruolo di atleta e nazione meglio premiata.

Le specialità: olimpiadi del ciclismo su pista

Ai Giochi Olimpici gli atleti si cimentano in diverse specialità su pista: velocità, velocità a squadre, keirin, inseguimento a squadre, omnium. Ciascuna con particolarità nelle regole che la rende decisamente interessante e divertente. La velocità copre la distanza di due o tre giri di pista in cui si sfidano due ciclisti. In genere la corsa è caratterizzata da una fase di studio in cui gli atleti si “guardano a vicenda” trovando il modo di presentarsi verso la fine o staccando l’avversario o producendo lo sforzo finale nello sprint che darà la vittoria. Non è difficile, nella fase di studio, imbattersi nell’osservazione del “surplace”, la possibilità per il corridore di fermarsi e mantenere l’equilibrio senza però poter mettere i piedi a terra. Un momento non semplice che a volte può durare anche qualche minuto.

Merita attenzione anche il keirin, dove un gruppo di ciclisti viene virtualmente trainato dal derny. Una sorta di motocicletta che aumenta gradualmente la velocità dietro la cui ruota posteriore pedalano gli atleti. Quando la moto si sposta, e questo avviene circa a 600/700 metri dall’arrivo, parte lo sprint dei ciclisti alla conquista della vittoria.

Nell’ ultima introduzione in ordine di tempo, l’omnium, i corridori gareggiano in sei differenti prove. Scratch, inseguimento individuale, eliminazione, chilometro da fermo (500 m. per le Donne), giro lanciato e corsa a punti. Ad ognuna delle prime 5 prove viene assegnato un punteggio (40 al primo, 38 al secondo, 36 al terzo) e così via. I vari punteggi vengono sommati e ogni corridore porterà in dote il proprio alla partenza della sesta ed ultima prova (Corsa a punti). Tutti i punti conseguiti nella sesta prova vengono direttamente sommati al punteggio precedente. Vince il corridore che totalizza il maggior punteggio totale.

Rio 2016

E’ stato il il Velódromo Municipal do Rio, il teatro della grande vittoria di Elia Viviani. Unico oro del medagliere azzurro nel ciclismo che torna a casa con uno scarno bottino di due sole medaglie. Acquista quindi enorme valore la performance dell’atleta veronese che ha affrontato agguerriti avversari come Gaviria e Cavendish

reuters

Prossimi appuntamenti del ciclismo su pista

La stagione degli eventi internazionali si è chiusa lo scorso 27 febbraio in Polonia dove si sono svolti i Mondiali in cui l’Italia ha conquistato l’oro nella gara individuale con Filippo Ganna e il bronzo con Davide Plebani. Mentre la categoria omnium donne con Letizia Paternoster ha regalato un prezioso argento. Le attività riprenderanno nel mese di luglio con gli Europei under 23 che si terranno in Belgio, i mondiali juniores a Francoforte in Germania. A novembre in Bielorussa inizieranno le prove di Coppa del Mondo fino a fine anno. Nel 2020 appuntamento clou a Tokio per i Giochi Olimpici