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Sport per bambini: ecco i giochi da “quarantena”

Il Coronavirus interrompe lo sport

Il Coronavirus ha interrotto per molti, l’ordinaria vita a cui erano abituati. La società odierna grazie alle scoperte tecnologiche e scientifiche era in uno stato di «semi invulnerabilità». Stato per cui era nato e ormai consolidato il fenomeno della globalizzazione, per cui la paura «dell’altro» era ormai solo un brutto ricordo. Si poteva notare ciò anche nella vita di tutti i giorni, in cui ognuno era libero di uscire e praticare qualsivoglia attività volesse (da quelle facoltative a quelle obbligatorie). Quindi la parola chiave su cui era fondata la società era la libertà, nelle sue più svariate forme. Il fenomeno sociale derivato tramite la diffusione del patogeno, (Coronavirus), ha portato alla mancanza di questa fondamentale abitudine. Ovviamente i danni che ha fatto e farà nei vari settori non sono nemmeno quantificabili. Un altro dei problemi che ha portato è l’impossibilità di creare agglomerati di persone. Le attività che si nutrono di più di queste riunioni, sono quelle sportive. Le attività sportive, da quelle più piccole a quelle più grandi sono tutte bloccate. Il divieto di poterle praticare ha creato e creerà problemi salutari verso le persone e sopratutto sui bambini, che nel corso della loro crescita hanno bisogno di un’attività fisica costante e giornaliera. Oltre ovviamente la salute, va ad intaccare anche il lato relazionale delle persone, che dunque riducono radicalmente la loro relazionalità con le altre persone. Anche in questo caso il pericolo maggiore lo corrono i bambini, i più piccoli infatti tramite le attività sportive e ovviamente la scuola (anch’essa chiusa), sviluppano le prime conoscenze, amicizie e interazioni che così vengono a mancare e di pari passo le regole. Sì perché quest’ultime vengono impartite molto grazie agli sport praticati, che con i loro divieti e imposizioni, costringono il fanciullo a rispettare delle norme. Quest’ultime permettono al bambino di partecipare al gioco, di apprendere una disciplina con le relative sanzioni. Paradossalmente le grandi città, le più fornite sono quelle che soffrono di più di questo fenomeno. Le grandi città sono le più penalizzate, perché ospitano tante persone e qui sorge il problema. Perché nonostante gli svariati posti, la richiesta è troppo alta e le varie associazioni sportive all’aperto non riescono a ricevere tutti e allo stesso tempo a far rispettare le norme imposte dallo stato. Invece nei piccoli centri abitati i ragazzi possono far sport più facilmente essendo in meno e avendo più spazio.

Sport per bambini

Ritorno al passato

Quindi la domanda che ci si pone è: «Come si può fare sport senza ridurre le interazioni sociali?». La dottoressa fisioterapista Anna Maria Suriano prova a dare una risposta: «In questo periodo tutte le istituzioni, tra cui la scuola che si è rinnovata con le video chiamate o le aziende con le video conferenze. Quindi anche lo sport deve riuscire ad aggiornarsi». Continua poi la fisioterapista: «Una volta non avevamo uno sviluppo della tecnologia così elevato, il televisore faceva da babysitter, attualmente invece ragazzi stanno di fronte ad un Smartphone. Se da un lato internet ci ha dato tutto questo può anche fare male». Dunque l’invito è quello di sfruttare in miglior modo la tecnologia, che la società ci ha messo a disposizione. «Wii Fit e Zumba» queste sono due delle soluzioni della professoressa di Educazione Fisica dell’istituto Itsos Albe Steiner: «Facciamo risorgere un vecchio programma con la pedana uscito ormai 10 anni fa. Quest’ultimo da due possibilità: sviluppare l’equilibrio, stimolando i recettori che sono situati nelle strutture osteo articolari e legamentosi e del nostro organismo allo scopo di darci un esatta consapevolezza nella nostra posizione nello spazio». Ovviamente questo può creare un doppio vantaggio, perché i più piccoli con la scusa di giocare possono coinvolgere la famiglia facendo nascere competizioni (elemento fondamentale per i bimbi). La fisioterapista sottolinea l’importanza della disciplina: «Ci sono delle regole che segui, hai un comando e non fai di testa tua, ti spiegano come e perché. A questo si può abbinare un programma alimentare più corretto e con la scusa prendersi più cura di se stessi. Anche se di contro si penalizza la socialità Ovviamente è insidioso stare troppo tempo a casa perché la gente mangia più spesso». Uno dei suoi consigli è di praticare un vero ritorno al passato, in modo da far rivivere vecchi giochi che sono ora caduti in disuso. Bisogna però modernizzarli: «Ritornano giochi come la campana, però al posto dei segni fatti con il gesso puoi contare le mattonelle o le linee del parquet, fare giochi con palline di carte, o gomma in modo da non rompere nulla. Sono tutti giochi che sviluppano la coordinazione occhio-mano». La dottoressa fisioterapista Anna Maria Suriano chiude con un altro consiglio: «Come la paura ci fa regredire, facendo un passo indietro non è per forza un male. Rinnovare queste vecchie attività può essere però una risorsa».

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