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Superbike a San Juan: una trasferta da incubo

La Superbike ha concluso la stagione europea la scorsa settimana a Portimao, e tra meno di due approderà in Argentina per il round di San Juan. Ma forse, bisognerebbe adottare il condizionale, perché le incertezze intorno a El Villicum sono tante. A cominciare dalla trasferta stessa, che si sta rivelando un incubo. Alcuni team non sono riusciti neppure ad approdare nel paese, ed altri non sanno come fare per raggiungere la pista. Una bella gatta da pelare per la Dorna, che tra le altre cose, ha il suo bel da fare per negoziare con le autorità argentine.


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Superbike: che sta succedendo a San Juan?

L’Argentina è uno di quei paesi che sta avendo problemi a gestire la pandemia. Nei giorni scorsi il governo di Alberto Fernandez ha chiuso le frontiere, limitando gli ingressi a non più di 600 persone al giorno. Il paddock della SBK conta 1200 persone, cosa che ha richiesto alla Dorna un minimo di lavoro di “diplomazia”. La regola prevede l’ingresso ai soli vaccinati, mentre chi non lo è deve sottoporsi al tampone, con risultato negativo, e poi rimanere in quarantena per 14 giorni. Il promoter è riuscito ad ottenere delle esenzioni da questo punto di vista, cosa che avrebbe altrimenti impedito il regolare svolgimento dell’evento. Una parte del paddock, piloti compresi, non è vaccinato.

Il nodo dei trasporti

Ma il vero incubo per la Superbike è il trasporto. In questi giorni, i team si stanno organizzando per il trasporto del materiale e del personale, che arrivano a Buenos Aires via aerea. poi bisogna percorrere altri 1000 Km per arrivare al circuito, e perciç bisogna prenotare le stanze d’albergo, auto a noleggio e via discorrendo. Dal momento in cui il governo ha chiuso le frontiere, molti voli sono stati cancellati. Diversi team non hanno potuto raggiungere la pista, mentre altri si ritrovano sforniti di organico, in quanto le restrizioni sugli imbarchi non hanno permesso agli staff di viaggiare tutti insieme. “Il rischio concreto è che il prossimo weekend ci troviamo con metà della griglia vuota“, ha detto a GPOne Manuel Puccetti. Tornando ai voli, le cancellazioni hanno costretto molti a prenotarne altri, con prezzi triplicati.

Superbike: San Juan è un miraggio

Anche gli hotel hanno gonfiato le tariffe, e non si trova un’auto a noleggio da nessuna parte. Su Twitter, Sol Alvarez, Team Coordinator di GRT Yamaha, si sfoga: “Siamo stati obbligati a cambiare la data di arrivo, un giorno più tardi del solito“, ha twittato la Alvarez, che tra l’altro è di nazionalità argentina. “Ma non abbiamo né voli charter né di linea per arrivare da Buenos Aires a San Juan o Mendoza. Le agenzie di viaggio ci suggeriscono di usare un jet privato. Ma è una spesa che non possiamo affrontare dopo quello che abbiamo dovuto pagare per i voli a Buenos Aires. Ora anche l’hotel vuole approfittare della situazione, dato che a San Juan è tutto prenotato. Ci ha alzato il prezzo pretendendo che paghiamo in contanti o ci lasciano in strada. Inoltre, siccome non sappiamo come arrivare a San Juan, non abbiamo noleggiato auto e ora non c’è alcuna disponibilità in tutta la provincia“. Un grosso e costoso incubo, insomma. Ciononostante, Dorna sembra intenzionata ad andare avanti. Contenti loro…