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Superlega, uno schiaffo improvviso alla tradizione e alla favola calcistica

Un autentico fulmine a ciel sereno in una domenica come le altre in periodo di pandemia. Questa è la Superlega, il contorto e già discusso connubio tra 12 club fondatori, i quali già dal prossimo Agosto vogliono aprire le danze in un proprio campionato d’elite. Il tutto porterà in dote una somma ingente di denaro, con l’importante gruppo bancario JP Morgan a muovere i fili da dietro le quinte. Sarebbe una svolta epocale per il mondo del football, ma probabilmente sarebbe il colpo di grazia al culto e alla passione che questo sport ha sempre suscitato.

I rapporti tra i promotori di questa iniziativa – Florentino Perez e Andrea Agnelli – e i massimi organi di FIFA E UEFA sono ai minimi storici, con quest’ultima che minaccia notevoli sanzioni a tutte le società che decidano di aderire alla nuova SuperLega. Dietro a tale scelta si sente parlar solo di fior fiori di banconote ed investimenti miliardari, ma il parere della gente che sogna, piange, esulta (e che contribuisce anche economicamente) per il calcio è stato ascoltato ?

Quale sarà il destino del calcio con la SuperLega ?

Questa mattina, il quotidiano iberico Marca – storicamente vicino al Real Madrid – si è detto contrario alla SuperLega annunciata dai 12 club fondatori. Una presa di posizione forte da parte dei colleghi spagnoli, che noi ci sentiamo in dovere di non contestare. La prossima estate senza ombra di dubbio potrà cambiare del tutto il modo in cui ciascun appassionato segua e viva il calcio giocato. Zero meritocrazia, trasferte estere di difficile fattura per i tifosi, caos con i diritti televisivi, incertezza sulla fattibilità di questa proposta. Eccezion fatta per il vil denaro, questa SuperLega pare abbia più interrogativi che punti fermi.

Uno schiaffo improvviso al calcio romantico, alla tradizione, ai club che nei decenni scorsi hanno reso questo sport qualcosa di globale. Penso per esempio all’Ajax, al Celtic o alle squadre dell’Est Europa, storicamente gloriose ma finite pian piano nel dimenticatoio per le difficoltà economiche, contribuite in parte anche da alcune scelte scellerate della UEFA stessa – vedasi il fair play finanziario –

Il calcio è lo sport più di tutti in grado di regalare storie a lieto fine; da un inatteso successo da underdog fino ai singoli confronti in cui Davide batte Golia. Ricordiamo lo stupore nell’ammirare il Leicester campione d’Inghilterra o il Porto vincitore della Champions League, ma potrei star qui a continuare all’infinito. La SuperLega potrebbe uccidere il calcio nei paesi più piccoli, che da anni combattono per un singolo posto nei preliminari di una competizione europea. Qui c’è sempre la speranza che un giorno – anche per una semplice amichevole – gente del calibro di Messi, Cristiano Ronaldo o Neymar vada a giocare nei loro piccoli campetti di periferia con un centinaio di posti a sedere sugli spalti.

Sulla questione Nazionali forse non serve che entri nel merito, poiché la UEFA e la FIFA continuano a battere il terreno delle minacce; senza i calciatori più importanti del globo, anche Mondiali, Europei e Coppa America, così come la Champions League, perderebbero il loro appeal. Addio ai caroselli per strada, addio agli assembramenti in famiglia e tra gli amici, addio all’urlo ‘The Champions’ e addio a tante altre belle storie. E questo il calcio che veramente vogliamo ?


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