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HomeCalcioTotti, addio Roma "Non per colpa mia"

Totti, addio Roma “Non per colpa mia”

Totti entra in conferenza stampa per annunciare le dimissioni dal ruolo che ha ricoperto negli ultimi due anni.

“Alle 12,41 ho mandato una mail che contiene le mie dimissioni”.

Una decisione sofferta che Francesco Totti annuncia a mascelle serrate a 18 anni esatti da quel 17 giugno in cui consegnava lo scudetto alla sua Roma, una data casuale, afferma. Si mostra sofferente nel mantenere un certo “aplomb”, l’impressione è che vorrebbe scoppiare nella sua romanità e nel suo essere romanista e gridare in faccia agli americani la sua rabbia.

Totti parla come un fiume in piena quando si tratta di dire le sue verità, vuole essere chiaro e trasparente. Pronuncia spesso la parola “loro” ma, anche se sollecitato, non rivela mai a chi si riferisce in particolare. Mette la proprietà con le spalle al muro, addossa importanti responsabilità, sembra quasi volergli mettere contro il popolo giallorosso ma poi più volte chiede di continuare ad amare Roma e la Roma, di sostenere la squadra il cui bene viene prima di tutto.

Ha sottolineato più volte come non gli sia mai stato permesso lavorare per il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire. Dichiara di averci sempre messo la faccia, di essere abituato a dire la verità, a non gettare acqua sul fuoco per nascondere alcune realtà e quindi chiude

” non posso stare qua dentro”.

Gli viene chiesto quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sorride e afferma candidamente che il vaso era pieno da tempo. Secondo la sua voce non è mai stato reso partecipe delle attività societarie, non veniva chiamato alle riunioni. Come se la proprietà volesse escluderlo dalle decisioni importanti. Si è reso disponibile e a disposizione cercando di portare un valore aggiunto, evidentemente non la pensa cosi la controparte.

Addio o arrivederci?

Per un ritorno alla Roma Totti auspica un’altra proprietà, qualcuno che lo chiami credendo nelle sue potenzialità, nella possibilità di portare qualcosa di buono. L’uomo Francesco ha sempre pensato e agito nel solo interesse della Roma, evidentemente è stato considerato troppo ingombrante da qualcuno che aveva necessità di avere una vetrina che lui evidentemente offuscava.

Non ha mai chiesto altro che fare il direttore tecnico perchè pensa di avere competenza in quel settore, la possibilità di prendere decisioni come nelle facoltà di altri dirigenti. E così Totti non si è presentato neppure a Londra perchè le decisioni erano già state prese senza il suo parere. “Se mi avessero dimostrato fiducia, oggi non sarei qui a parlare in questi termini”. Il dito metaforicamente puntato su Baldini.

Non mi devono far passare per stupido.

Ringrazia pubblicamente Fienga, “l’unico che ha messo la faccia nel farmi una proposta da Direttore Tecnico”. Spende poi parole per Claudio Ranieri che ha fatto il massimo che poteva fare, arrivato di corsa a Roma, per la Roma. Un uomo che i tifosi devono ringraziare.

De Rossi e la romanità

Si parla anche dell’addio di De Rossi e se possa aver inciso sulla decisione. Racconta la sua verità e lascia intendere, nemmeno troppo velatamente, che pure nei confronti di DDR la società ha avuto un comportamento non corretto. Parla di rispetto, Francesco, verso il calciatore, soprattutto verso la persona.

L’accusa più grave nei confronti della società è la volontà, palese da quasi subito, di voler privare la squadra dei romani. Lo ripete più volte, brucia più di tutto il resto.

Hanno sempre voluto levare i romani dalla Roma

Sarà sempre tifoso della Roma, e cercherà di poter vedere una partita dalla curva sud, magari in compagnia proprio di Daniele De Rossi. Insieme, dice Totti, siamo la romanità, avremmo potuto spiegare a chi non è di qui che cosa significa essere romani e romanisti.

Pallotta e gli errori

E’ severo con Pallotta, in parte lo assolve dicendo che tutti possono sbagliare, ma se l’errore viene ripetuto per otto anni, una domanda nascerà pure spontanea?

Secondo lui ci sono delle persone a Trigoria che fanno il male della Roma, il presidente non è quasi mai a Roma e tante cose non le sa, si fida. Francesco Totti afferma di conoscere tutto del luogo che lo ha visto crescere e diventare uomo. Conosce i problemi e le risorse, ma ciò che viene riportato a Boston è l’1% di quanto in realtà accade.

Gli occhi trasparenti di chi vorrebbe riportare il calcio ad essere umano, si tiene anche nella voce che a volte tende a rompersi. Oggi Totti vorrebbe morire piuttosto che dire addio al suo grande amore. La Roma è stata la sua seconda famiglia, Trigoria la sua casa.

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Alla domanda se Pallotta sia qui per lo stadio o per la Roma non risponde. Con lui non ha mai parlato a quattrocchi se non l’unica volta dopo aver tolto definitivamente gli scarpini.

Ringraziamenti

Sollecitato ringrazia il presidente americano perchè “alla fine mi ha dato una possibilità di rimanere a Roma e conoscere una realtà che avevo visto da un altro punto di vista. Non sputo sul piatto in cui ho mangiato. Oggi è il presidente della Roma e spero che la riporti in alto e mi auguro che chi gli sta accanto possa dare indicazioni giuste. La Roma deve essere al primo posto per chi ci lavora altrimenti non funziona”.

C’è posto anche per qualche battuta nella conferenza stampa di Francesco Totti, qualche sorriso che lascia però subito il posto alla serietà del dolore di un uomo che parla del “suo popolo”

Da adesso la Roma non è più Francesco Totti che ha già ricevuto offerte da altre squadre, forse anche dalla nazionale. Sceglierà ciò che in questo momento lo farà stare meglio. Ma per Roma, per la Roma, sarà sempre disponibile, nonostante tutto Totti… sarà sempre la Roma

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