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Tracy McGrady: incompiuto

“Se non sei pronto ora, non lo sarai nemmeno domani.” Una frase pronunciata dallo stesso Tracy McGrady che riassume in solo nove parole la carriera della guardia simbolo del concetto del “poteva essere ma non è stato”.

Tracy McGrady: leggenda perdente

Gli esordi

La carriera di T-Mac inizia nel 1997. Viene selezionato dai Toronto Raptors come nona scelta assoluta al draft. A differenza di molti, Tracy McGrady proviene direttamente dalla high school. La guardia nata a Bartow in Florida, ha saltato il college scegliendo di essere selezionabile per il draft a soli 18 anni.

McGrady è una guardia che può ricoprire anche il ruolo di ala piccola. Definito uno swingman, Tracy è abile nelle pentrazioni in area e nella schiacciate grazie anche ai suoi 2,03 metri di altezza. E’ dotato anche di un buon tiro da tre punti. Il giovane T-Mac ha tutte le qualità per scrivere pagine importanti della pallacanestro.

Si consacra definitivamente nella seconda stagione in NBA. Le sue prestazioni migliorano sempre di più ma i Raptors non permettono al giovane McGrady di competere per il titolo di campione NBA. Nonostante la presenza di suo cugino Vince Carter, decide di lasciare Toronto nel 2000 per inseguire il suo sogno: indossare la maglia numero 1 degli Orlando Magic in onore di Penny Hardaway.

Vince Carter e Tracy McGrady (1999)

Orlando: Tracy McGrady is magic

Il periodo trascorso ad Orlando è il migliore nella carriera di Tracy McGrady. La guardia realizza il suo sogno di indossare la maglia numero 1 dei Magic. La dirigenza affianca al giovane T-Mac anche Grant Hill formando una coppia che potenzialmente avrebbe condotto i Magic quantomeno a giocarsi il titolo.

I costanti infortuni di Hill non resero questo mai possibile. Hill e T-Mac giocarono insieme solo 47 partite in quattro anni senza superare mai un turno play-off. Le qualità di McGrady però erano evidenti a tutti.

Ad Orlando si affermò come un dei top player della lega. Per due stagioni consecutive (2002-2003 e 2003-2004) fu il miglior realizzatore della NBA con una media di 30 punti a partita. Stabilendo una classifica tra media punti ed età, il 24enne McGrady viaggia agli stessi ritmi di gente come Michael Jordan e Kobe Bryant.

Le sue ottime prestazioni permettono a Tracy McGrady di conquistare il titolo di MVP nel 2001. Purtroppo la sua stagione terminerà ancora una volta al primo turno play-off contro i Knicks.

Tracy McGrady con la maglia degli Orlando Magic (2002).

McGradiness vs Kobiosity

Con la vittoria del titolo MVP, McGrady era ormai considerato uno dei migliori giocatori della lega. Veniva messo sullo stesso livello di leggende cestiche come Kobe Bryant. I due ricoprivano lo stesso ruolo sebbene con caratteriste diverse.

McGrady era un giocatore che amava dare spettacolo tramite schiacciate e magici assist. Kobe invece preferiva essere efficace senza badare troppo al modo. In comune avevano sicuramente un efficace attacco al ferro.

Ecco perché i fan della NBA crearono due fazioni contrastanti: la Kobiosity e la McGradiness. C’era chi sosteneva il numero 24 gialloviola e chi invece reputava la guardia di Orlando nettamente superiore al “mamba”. Non considerando di come Kobe aveva vinto il titolo NBA già tre volte mentre T-Mac nonostante le sue indiscutibili qualità non aveva mai superato il primo turno dei play-off.

Kobe Bryant e Tracy McGrady

Houston Rockets, gli infortuni e il ritiro

Nel 2004, i rapporti tra McGrady e la dirigenza Magic erano ormai compromessi. La guardia pretendeva di avere una squadra di prime scelte e non di gregari per poter ambire al titolo. Complice l’ingaggio di Grant Hill, la dirigenza non poteva compiere spese folli. Così nel 2004, Tracy McGrady venne scambiato approdando a Houston.

Anche in Texas, le prestazioni di T-Mac sono da vero MVP. Mantiene un’ottima media punti e con Yao Ming forma una coppia che potenzialmente potrebbe puntare al titolo.

Storica la partita del 9 dicembre 2004 contro i San Antonio Spurs. T-Mac realizza 13 punti in 35 secondi vincendo la partita da solo con annesso canestro allo scadere della sirena. Una prestazione che dimostra di cosa sia capace McGrady e di quanto talento lui abbia a disposizione. Talento che permette a T-Mac di comparire anche sulla copertina del videogioco ufficiale della NBA .

Tracy McGrady sulla copertina del videogioco NBA LIVE 07 prodotto da EA SPORTS

“Il talento ti fa vincere una partita ma la testa ti fa vincere un titolo”. Citazione di Michael Jordan che riassume pienamente la carriera di McGrady. Quello che è sempre mancato a T-Mac è proprio quella forza mentale che contraddistingue i campioni dagli ottimi giocatori. La stessa forza mentale che ha permesso a Kobe di vincere cinque titoli NBA, forza che ha impedito a T-Mac di vincere un primo turno play-off.

Complice una serie di infotuni alla schiena, l’avventura a Houston termina tra mille rimpianti. Sfiancato dagli infortuni, dopo delle brevi parentesi con Destroit e New York, la carriera di T-Mac si sposta in Cina dove rimane per sei mesi prima del ritiro nel 2013.

Conclude la sua carriera a 34 anni con solo un titolo MVP da poter esporre in bacheca insieme ad un’infinita serie di rimpianti che però non hanno ostacolato la sua introduzione nella Hall of Fame NBA nel 2017.

Tracy McGrady durante la cerimonia di introduzione nella HOF (2017).