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Un anno senza Niki Lauda

Il 20 maggio dello scorso anno il tre volte campione del mondo di F1 Niki Lauda si spegneva in quel di Zurigo. Un anno dopo la sua scomparsa rendiamo omaggio ad uno degli uomini che hanno reso grande la Formula Uno.

Niki Lauda: il pilota

La Ferrari, l’incidente e i due titoli mondiali

Niki Lauda approda in Formula Uno nel 1971 facendo il suo debutto proprio nel Gp austriaco. Sarà costretto al ritiro con la sua March dopo soli 20 giri. Il vero potenziale di Lauda verrà fuori nel corso della stagione 1972-1973 a bordo della BRM dove, nonostante la vettura non sia delle migliori, riesce ad accumulare prestazioni e punti importantissimi per la scuderia.

Nel 1974 viene ufficializzato come pilota della Ferrari completando il team insieme a Clay Regazzoni. La vettura si rivelò difficile da guidare e in molti sostengono di come il giovane pilota austriaco abbia urlato ad Enzo Ferrari: “Questa macchina è una m***a”. La reazione di Enzo Ferrari a detta di molti fu positiva poiché colpito dal coraggio e dalla schiettezza del venticinquenne austriaco.

Nella prima stagione, Lauda cercò di primeggiare scontrandosi con il suo compagno di squadra Regazzoni che era in piena lotta per il titolo di campione del mondo perso solo all’ultimo gran premio. Ad oggi il comportamento di Lauda avrebbe condotto il pilota verso il licenziamento. Nonostante i richiami dei team principal e di Montezemolo, l’austriaco raramente rispettava gli ordini di scuderia.

Il risultato ? Nuovo record di pole position per la scuderia di Maranello. Niki voleva primeggiare in ogni modo.

La stagione successiva vede Niki Lauda campione indiscusso del mondiale. La sua bravura al volante unita ad una vettura imprendibile consentono all’austriaco di vincere il suo primo campionato del mondo piloti.

Niki Lauda a bordo della sua Ferrari 312 T (1975)

L’anno seguente l’austriaco non riuscirà a confermarsi a seguito del famoso incidente a  Nurburgring durante il gran premio di Germania. Lauda perse il controllo della vettura in curva per poi colpire una roccia vicino il circuito. La macchina in seguito all’urto tornò in pista. A causa della fuoriuscita di benzina l’intera vettura prese fuoco intrappolando Niki Lauda nelle fiamme.

La vettura di Niki Lauda in fiamme (1976)

Il pilota riportò ustioni su tutto il corpo ed inotre le sue condizioni rimasero critiche per quasi cinque giorni. L’aver inalato benzina e gas della vettura in fiamme aveva completamente debilitato i suoi polmoni. L’intero episodio viene raccontato nei minimi dettagli nel film “Rush” incentrato sulla rivalità tra Lauda e il pilota della McLaren James Hunt.

Niki tornò in pista solo 42 giorni dopo l’incidente mortale. Perse il titolo all’utimo gran premio per ritiro poiché reputava le condizioni della pista troppo pericolose. Il suo ritiro consegnò ad Hunt la vittoria.

Nel 1977 però Lauda ottenne il suo secondo titolo di campione del mondo di Formula Uno. Trionfò quasi a metà stagione dopo aver collezionato dieci podi consecutivi. I rapporti con la scuderia erano ormai logori tanto che lo stesso pilota rifiutò di correre gli ultimi tre gran premi con la “rossa” inventandosi scuse per giustificare la sua assenza

Il terzo titolo mondiale e il ritiro

Niki Lauda ottenne il suo terzo titolo di campione nel 1984. Con la sua McLaren MP4/2 l’austriaco e il suo compagno di squadra Prost, dominarono l’intera stagione di Formula Uno. Niki ottenne il titolo solo per mezzo punto nei confronti del compagno di scuderia. Il gran premio di Portogallo vide il trionfo del pilota austriaco che rimontò le altre vetture dal fondo fino a raggiungere il terzo posto e la matematica vittoria.

Niki Lauda e Alain Prost (1984)

L’anno seguente si ritirò dalle corse correndo il suo ultimo anno sempre nella McLaren. Nella stagione 1985 ottene una sola vittoria anche a seguito di alcuni problemi tecnici della vettura.

La collaborazione con Mercedes

Niki Lauda dal 2012 fino al giorno della sua morte è stato presidente onorario della scuderia Mercedes. L’austriaco deteneva anche il 10% delle quote azionarie che hanno permesso al tre volte campione del mondo di essere partecipe nelle scelte della scuderia tedesca.

Sua la volontà di affidare il volante nella mani di un giovanissimo Lewis Hamilton nel 2013. Inoltre la dote innata dell’ austriaco nel comprendere gli eventuali difetti della vettura hanno reso la scuderia tedesca la più vincente degli ultimi dieci anni. Hamilton insegue il suo settimo titolo da campione del mondo e la Mercedes continua a regnare incontrastata .

In occasione della sua scomparsa, avvenuta prima del gran premio di Monte Carlo, i piloti hanno indossato il suo famoso cappello rosso che accompagnava Niki ovunque.

Niki è stato anche un grande campione fuori dal circuito, un uomo diretto e sincero, un amico leale. Anche duro nel dire le cose con la massima trasparenza. Lo ricordano come un ‘computer’? Era un ragazzo di grandissima sensibilità. Ha sempre lavorato nei dettagli . Gli piaceva ridere e divertirsi, ma sempre con un fondo di serietà”. (Luca Cordero di Montezemolo).