Il GP di Assen si fa sempre riconoscere, e la Suzuki questo lo sa bene. Il venerdì ha contato una sessione asciutta (la prima) e una bagnata (la seconda), cosa che ha permesso alla squadra campione del mondo di provare assetti diversi. Il bilancio è positivo per Alex Rins e Joan Mir, che amano il Circuit Van Drenthe e non temono il suo meteo capriccioso. Vi raccontiamo, in sintesi, la loro giornata in pista.
Joan Mir: “Siamo gli unici senza Holeshot”
GP Assen: come sono andate le Suzuki nelle prove libere?
Delusa dal GP del Sachsenring, la Suzuki spera di potersi riscattare in Olanda. I piloti hanno dovuto fare i conti con il fatto che non giravano qui dal 2019, e che dovevano riprendere gli automatismi per una pista non facile da interpretare. C’era poi l’incognita del nuovo asfalto, che poteva dare problemi soprattutto con le gomme. Mir è partito cauto, e alla fine della FP1 ha concluso con il 13esimo tempo. Rins, a dispetto del fatto di avere ancora un braccio rotto, ha ottenuto il terzo posto alla bandiera a scacchi, sfruttando alla perfezione le gomme nuove.
La FP2 è stata più complicata della FP1. Si è partiti con la pista asciutta, anche se il cielo non prometteva già nulla di buono. Le condizioni hanno permesso al duo di raccogliere dati in ottica gara. La pioggia è arrivata prima sotto forma di poche gocce, per poi cadere in maniera copiosa. Rins è stato il primo a girare sul bagnato, assaggiando il nuovo asfalto in questa situazione. Nonostante i tempi fossero 12 secondi più alti che sull’asciutto, il responso finale è stato positivo. Sembra che il nuovo asfalto regali parecchio grip, sia che sia secco che inzuppato d’acqua. Alla fine della giornata, entrambi gli alfieri di Hamamatsu si sono detti soddisfatti. Mir sente di poter migliorare qualcosa sull’assetto, mentre Rins lamenta un po’ di dolore al braccio infortunato. Appuntamento al sabato, con le FP3 e le qualifiche.
Immagine in evidenza di Suzuki Racing, per gentile concessione