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Utopia pensare ad una donna su una panchina di serie A maschile?

Quanto sarebbe impossibile pensare che un allenatore donna possa guidare una squadra di calcio maschile che milita nel campionato di serie A? Un passaggio che sembrava iniziare qualche anno fa, quando Luciano Gaucci chiamò sulla panchina della Viterbese niente di meno che Carolina Morace, icona del calcio femminile. Un sodalizio che però ebbe la durata di non più di due giornate e nessuna replica futura nel calcio maschile. SI parlava di serie C ed eravamo alle soglie del nuovo millennio.

Vent’anni dopo c’è una donna che sta facendo molto parlare di sè, precorritrice di nuove aperture, in un ruolo che potremmo definire di “comando”. E’ Stéphanie Frappart, 37 anni, arbitro. Donna da record. E’ infatti stata la prima ad arbitrare un incontro di campionato nel massimo livello in Francia, la prima a dirigere una partita in Supercoppa Uefa, la prima ad arbitrare una partita di qualificazione ai Mondiali e la prima donna ad arbitrale al Juventus in un incontro di Champions League.

Apparentemente quindi non ci sarebbero veti alla figura femminile nel mondo del calcio giocato dagli uomini. Eppure non ci sono tanti ruoli in cui le possiamo vedere all’opera in questo senso. Nel 2015 Helena Costa fu scelta per allenare in Francia il Clermont nel campionato di serie B.

Proprio Carolina Morace, ora sulla panchina della Lazio Women, si espressa sulla possibilità di vedere una donna allenare una squadra di calcio maschile in serie A. Lo ha fatto intervenendo ai microfoni di Radio Bianconera, lasciando presagire un possibile spiraglio:

Lo sport femminile – ha detto – non ha ancora raggiunto i livelli di uguaglianza con il maschile come all’estero e ci stiamo battendo perché questo accada anche in Italia. Un’allenatrice in Serie A maschile? Ci sono ancora troppi pregiudizi, ma con la crescita che sta avendo il calcio femminile forse diventerà una cosa fattibile”.

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