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World Rugby, via la denominazione di genere dai tornei

Sarà presumibilmente il Rugby, il primo sport che cancellerà la distinzione di genere nel titolo della competizione mondiale, a partire dalla prossima edizione del 2021, sia per i tornei a 15 che per quelli a 7.

Così la “Women’s Rugby World Cup”, edizione giocata in Nuova Zelanda, diventerà semplicemente la Rugby World Cup 2021.

A darne l’annuncio, gli organi del World Rugby che sta operando una importante trasformazione adottando una politica di neutralità di genere in tutti i loro tornei. Probabilmente la prima, tra le grandi federazioni sportive, a volersi lasciare alle spalle una etichetta che diversifichi in qualche modo la stessa disciplina. Una modalità che potrebbe essere adottata in futuro anche per altri sport.

L’operazione ha radici nella sfera sociale ma presenta risvolti comunicativi e commerciali importanti. In questo modo, infatti, si vende un marchio indipendentemente dal fatto che venga giocato da uomini o da donne. L’uniformità, nelle intenzioni dei promotori, sarebbe garanzia di parità eliminando ogni pregiudizio che possa essere percepito come maggiore o minore qualità di gioco e spettacolo. Così sembrerebbe possibile livellare il profilo favorendo la crescita del settore meno seguito, anche in ottica commerciale e pubblicitaria.

Il progetto, nella realtà, rappresenta la punta dell’iceberg di una più ampia operazione di investimenti e crescita del settore femminile del rugby. Un piano di sviluppo globale 2017-2015 che prevede appunto l’equilibrio di genere come risultato finale. Equilibrio ricercato anche a livello istituzionale. Il numero di donne presenti nel Consiglio della federazione internazionale era infatti pari a zero ma tra poco più di un anno passerà a 17.

Unanimi verso l’obiettivo, le dichiarazioni degli esponenti di spicco del movimento internazionale. Per Bill Beaumont, presidente del World Rugby: “Questo annuncio dimostra il nostro costante e incrollabile impegno nel far progredire le donne nel rugby sia dentro che fuori dal campo, in linea con il nostro ambizioso piano strategico” e prosegue “La discriminazione involontaria di genere nello sport è un problema in corso. Come federazione sportiva globale dobbiamo essere all’avanguardia dal punto di vista della parità. Adottando l’equilibrio di genere nella denominazione delle competizioni di Coppa del mondo di rugby maschile e femminile, stiamo stabilendo nuovi standard di uguaglianza nel rugby”

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Gli fa eco il presidente del Comitato consultivo per le donne del Rugby mondiale Serge Simon che ha precisato ” Questa è molto più di un’iniziativa: è la massima dichiarazione di uguaglianza e una prima per lo sport. Sono entusiasta di questa decisione storica, ma questo è l’inizio del viaggio. Insieme, stiamo lavorando duramente per fare qualcosa di molto speciale per le donne, per il gioco”

I numeri

Il Rugby femminile continua ad espandersi in tutto il mondo, in un momento in cui lo sport in generale sta vivendo una importante crescita globale. Nel settore si registrano livelli che dichiarano quasi 2,7 milioni di giocatori in tutto il mondo – più di un quarto della popolazione mondiale. Un aumento del 28% dei giocatori registrati dal 2017. Ma soprattutto, per il secondo anno consecutivo, più ragazze hanno iniziato a giocare a rugby rispetto ai ragazzi e oltre il 40% dei 400 milioni di fan del rugby sono donne.

Marissa Pace, Chief Marketing Officer di World Rugby, ha sottolineato: “World Rugby è chiaramente impegnato nell’uguaglianza nel nostro sport e abbiamo deciso che non abbiamo più bisogno di identificare i nostri eventi di grande visibilità con un orientamento al genere. I nostri tre eventi di Coppa del Mondo sono l’apice del rugby internazionale e volevamo che l’attenzione fosse rivolta all’evento e agli atleti, non al loro genere. Siamo molto orgogliosi di essere leader del settore sportivo in questo spazio.”

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