Il mondiale Supersport è prossimo ad una rivoluzione, e Ducati potrebbe farne parte. Come vi avevamo già detto in un articolo precedente, la classe mediana delle derivate di serie avrà un nuovo regolamento, che permetterà di superare, come dire, lo “scoglio” dei 600 cc di cilindrata. Questo ha attirato l’attenzione della casa bolognese, che sta sviluppando un kit di preparazione per la Panigale V2 da 955 cc. Potrebbe essere questa l’arma che il costruttore potrebbe adottare per il rientro nella categoria, alla quale manca dal lontano 2005 (con la 749).
Ducati e Triumph pronte a rientrare in Supersport
Mondiale Supersport: Ducati verso il rientro ufficiale?
Da diversi mesi, la Ducati ha girato a Misano con una Panigale V2 bicilindrica in configurazione da corsa, con diversi collaudatori in pista (tra cui il campione del mondo 2019 Randy Krummenacher). La preparazione della moto si basa sul regolamento abbozzato alla fine del 2020, e che è attualmente in uso nel campionato britannico. Il responso è positivo, tanto che Barni sta sondando il terreno per schierare almeno una moto nella categoria, ma non solo. Anche Stefano Cecconi, patron di Aruba Racing, sta valutando di competere nel campionato rifondato. Con un piccolo sforzo economico, Ducati potrebbe raddoppiare il proprio impegno, e schierare ben quattro moto supportate direttamente, anziché solo due. Tuttavia, c’è un grosso ostacolo da superare.
Il nodo regolamentare
L’ostacolo è rappresentato dal regolamento tecnico, che attualmente non esiste ancora. O meglio: esiste nella sua impostazione (il BSB lo sta sperimentando quest’anno) ma manca ancora l’approvazione definitiva per il mondiale. A Magny Cours, durante le due gare, la Dorna ha riunito le case costruttrici per prendere una decisione definitiva, ma l’incontro si è concluso con un nulla di fatto. Si tratta solo di un rinvio, anche se potrebbe creare problemi visto che siamo già a metà settembre. In ogni caso, il “popolo” della Supersport appare decisamente propenso al cambio regolamentare, soprattutto nella sua componente europea. Oltre a Ducati, anche Triumph spinge per la riforma tecnica, tanto che sta già gareggiando con la sua tre cilindri 765 con il motore Moto2. MV Agusta ha già detto tempo fa che, con il nuovo assetto, tornerà in veste ufficiale con la F3 800. Al cambiamento si oppone la Yamaha, la quale sta tentando in tutti i modi di mantenere lo status quo. Ma a seguito della decisione di Kawasaki di schierare la ZX-6R 636, pare proprio che la casa di Iwata sia rimasta sola nella sua battaglia “conservatrice”.
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