La IndyCar sta richiamando l’attenzione di Toyota. La casa giapponese, che investe moltissimo nel motorsport statunitense, sta guardando di nuovo a quella serie che aveva lasciato senza rimpianti nel 2005. La voce è stata rilanciata dai commentatori francesi, i quali hanno asserito durante la diretta di Long Beach che il costruttore stesse valutando i nuovi regolamenti. Attualmente, Honda e Chevrolet sono gli unici motoristi del campionato, e stanno spingendo il promoter Roger Penske affinchè aggiunga un terzo polo.
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Perché Toyota torna ad interessarsi della IndyCar?
La Toyota aveva lasciato la serie alla fine del 2005. La casa aveva intuito che la crisi dettata dalla separazione IRL-CART stava indebolendo il mondo delle monoposto, quindi si è svincolata per cercare nuove opportunità. Anni dopo, i vertici del reparto corse hanno ammesso che tale situazione li ha spinti a passare alla NASCAR. Ora, però, lo scenario è cambiato. Dal 2008 esiste un solo campionato IndyCar, che da due anni ha una gestione nuova e firmata Roger Penske. Dal 2024 i motori cambieranno, passando dagli attuali V6 turbo da 2.2 litri ai 2.4 turbo con un sistema ibrido ad energia cinetica, sempre V6. Toyota investe molto sull’ibrido, ed utilizza architetture simili nel mondiale Endurance. L’attuale GR010 Hypercar adotta proprio un sei cilindri con recupero di energia! Con questa formula, la casa si trova già con una base potenziale per un programma motori. Attenzione: non ci sono dichiarazioni ufficiali dei diretti interessati, quindi non sappiamo quanto siano realistici questi rumors. Occorre però sottolineare che, quando la rivista Racer ha interpellato i vertici della TRD, non sono arrivate delle smentite.
Una lunga tradizione
Toyota ha una lunga storia nelle corse statunitensi. Negli anni 80, ad esempio, la Trans Am e la IMSA erano il terreno di caccia delle Celica a motore 4 cilindri turbo preparate dalla All American Racers del compianto Dan Gurney. Quest’ultimo aveva allestito il programma che ha permesso al costruttore di debuttare nell’allora CART. Nel 1996, TRD aveva sviluppato un V8 turbo appositamente per la categoria, ma ci volle un po’ prima che diventasse competitivo. Il primo titolo è datato 1999, con Juan Pablo Montoya ed il team Ganassi. Nel 2003 si trasferì alla concorrente IRL, assieme alla Honda, passando ad un V8 aspirato. In quell’anno, Gil De Ferran vinse la 500 miglia di Indianapolis in quello che fu l’anno dell’addio alle corse. Nel 2007 Toyota fece il salto nella NASCAR, tra la diffidenza di chi non voleva un marchio non americano in pista. Oggi è una presenza fissa, con titoli e vittorie in tutte le tre serie nazionali. Oggi il brand compete nella NASCAR, ARCA, NHRA, USAC, IMSA, SRO America e Formula Drift, il campionato delle derapate.