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Supersport Next generation: una parità ancora non chiara

La Supersport entra nella Next Generation, quella delle moto che non devono necessariamente avere i canonici 600 cc di cilindrata. La entry list della stagione d’esordio della nuova categoria è già pronta, e conta ben 30 moto iscritte. La vecchia generazione delle SSP la fa ancora da padrona, specialmente la Yamaha, con 13 moto in lista. Ma le nuove arrivate si stanno facendo già valere: tra Ducati, Triumph ed MV Agusta, le “maggiorate” sono già undici. Ma come saranno pareggiate le prestazioni? Il balance of performance di fatto c’è, ma i dati con cui calibrarlo non sono ancora definiti. Ed è un grosso problema, perché siamo già nel bel mezzo dei test invernali, e mancano solo due mesi e mezzo all’inizio della stagione.


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Supersport 2022: come pareggiare le Next Generation alle “veterane”?

È la domanda da un milione di dollari. Il regolamento, di base, dice che le 600 rimangono così come sono, con la Yamaha R6 a fare da riferimento peri correttivi. Per le moto dalla cilindrata più grossa, si avrà una normativa differente, con l’obiettivo di formulare un unico regolamento per il 2023. Il primo “bilanciamento” viene dal peso minimo: tutte le moto devono pesare non meno di 242 Kg, pilota incluso. Il peso delle moto senza il pilota deve essere incluso tra 161 e 173 Kg. I motori sono contingentati: per le 600, un singolo propulsore deve durare due weekend e mezzo, mentre per le 800 deve durare 3 weekend, per poi passare a tre e mezzo per le moto fino a 1000 e oltre. L’ultimo parametro è quello del regime di rotazione, ed è qui che “casca l’asino”, come dicono i saggi. In linea di massima, il limitatore per le Ducati è di 11 mila giri e qualcosa, mentre MV e Triumph possono raggiungere l’intorno del 14 mila giri. Ma sono dati indicativi: la Dorna non ha ancora stabilito i valori ufficiali. I test al banco sono tutt’ora in corso, quando i team sono già alle prese con i collaudi pre stagionali. Appare evidente che il promoter ha commesso qualche errore nella tempistica, che potrebbe portare a polemiche soprattutto se una moto di quelle nuove dovesse risultare superiore alle altre.

L’algoritmo della discordia

Come in Superbike, anche in Supersport arriva l’algoritmo delle performance. Si tratta di una formula che, basandosi su vari dati, decide i correttivi per equilibrare le prestazioni tra le moto. L’algoritmo prende in considerazione dati come i tempi sul giro, il livello del pilota, il numero di modelli in pista, i piazzamenti, le regolazioni. È un sistema complesso, i cui benefici non sono ancora del tutto chiari. Ed è uno dei punti che sta facendo arrabbiare Yamaha: chi ha creato l’algoritmo? E perché non è reso pubblico? Sono domande che i vertici di Iwata si pongono da un po’. Per scoprire se tutta questa roba funziona davvero, dovremo aspettare l’inizio della stagione, il 9 e 10 aprile ad Aragon. Prossimamente su questi schermi.


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