Il calcio femminile americano perde la sua partita più importante

Negata la parità di stipendio alla nazionale femminile

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Un giudice del Tribunale distrettuale per la California centrale, a Los Angeles ha chiuso le porte alla speranza della nazionale di calcio femminile statunitense di vedere la parità salariale con i colleghi maschi. Gary Klausner, questo il nome del giudice, ha emesso la sentenza che respinge la richiesta della squadra di un risarcimento di 66 milioni di dollari per discriminazione di genere. Per voce di Molly Levinson, le 27 giocatrici campionesse del mondo hanno annunciato che presenteranno ricorso verso la sentenza.

La parità di genere nel mondo sportivo, in particolare nel calcio, è argomento che si è ampiamente diffuso soprattutto dopo la grande risonanza mediatica ottenuta di Campionati Mondiali che si sono svolti nel giungo del 2019 in Francia. Il grande pubblico si è appassionato alle vicende delle ragazze con i tacchetti che hanno quindi sfruttato la visibilità per portare attenzione sul problema della tutela, dei pari diritti e pari salario.

Nella documentazione presentata dalle calciatrici americane non si parla solo di stipendi ma anche di bonus e altri pagamenti che subiscono altrettanta disparità di trattamento tra uomini e donne.

Il futuro del calcio femminile, tutti ne parlano

Secondo quanto riportato dall’AGI, Agenzia Italia, “il premio individuale per le giocatrici della nazionale è 99 mila dollari se vincono almeno 20 amichevoli (niente bonus se superano questa soglia), con una retribuzione quindi di  5.000 dollari a partita vinta, mentre per gli uomini la cifra sale a 263 mila dollari – più di 13 mila per ogni successo – con in più un garantito di 100 mila a testa e un extra di 5-17 mila dollari dalla ventunesima partita disputata in poi”.

Negli U.S.A. il calcio femminile è sicuramente più “famoso” e titolato di quello maschile tanto da indurre Hope Solo, il portiere, a dichiarare “Siamo le migliori, abbiamo vinto tanto, ma la nazionale maschile viene pagata molto di più” e ancora “Siamo state noi il motore di questo sport che è finalmente decollato negli Stati Uniti”. Dichiarazioni rilasciate ben 4 anni fa alla vigilia delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Alla luce degli ultimi successi, acquistano ulteriore valore.

I 66 milioni di dollari chiesti alla federazione statunitense di calcio potevano essere considerati un risarcimento non solo per l’attuale rosa ma anche per tutte le giocatrici che hanno vestito la maglia a stelle e strisce. La sentenza di Los Angeles, per ora, ha messo la parola fine.

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