Come ogni giovedì, ci dedichiamo all’anteprima del prossimo Gp del motomondiale, che in questa occasione girerà al Motorland Aragon. Sul tracciato nei pressi di Alcaniz, che ormai è tappa fissa del mondiale da dieci anni, i campionati delle tre classi cercano di scrivere un copione più delineato, in modo da avere chiaro chi siano i pretendenti e chi gli outsider. Non mancherà di certo lo show, così come gli spunti d’interesse. Andiamo ad analizzarli nel dettaglio.
Anteprima del circuito del GP d’Aragon
Con i suoi 5078 m, il Motorland Aragon è uno dei tracciati più lunghi in calendario. E’ anche uno dei più recenti: il progetto risale al 2009, curato dall’architetto della Formula 1 Hermann Tilke con la consulenza dell’ex pilota Pedro De La Rosa. E pensare che la massima formula qui non ha mai fatto neanche un giro…
A dispetto del fatto che sia un “tilkiodromo” – espressione spregiativa con cui s’indicano le piste progettate da Tilke – il Motorland Aragon ha incontrato il parere favorevole dei piloti. Circuito che gira in senso antiorario, l’impianto conta dieci curve a sinistra e sette a destra, per un totale di 17 curve. Dotato di piccoli saliscendi, alterna tratti veloci, con curve da terza e quarta marcia, ad altri decisamente più guidati, con due chicane che le MotoGP affrontano in prima o seconda marcia. Il rettilineo opposto è lungo ben 1 Km, e favorisce i sorpassi.
La pista di Aragòn è molto impegnativa per i freni. la Brembo la classifica come categoria 4 (su 5), allo stesso livello del circuito di Jerez. I piloti della classe regina passano 33 secondi “pinzando”, con una pressione media di 40,4 Kg. La frenata più dura è logicamente quella di curva 16, quella successiva al lungo rettilineo. Lì si passa da 337 Km/h a 143 Km/h in 6 secondi, con una pressione sull’impianto di 6 Kg, due in più rispetto alla media dell’intero tracciato.
Una piccola curiosità: le MotoGP passano più tempo sui freni rispetto alla SBK. Le derivate di serie, che qui hanno già corso in agosto, si attaccano ai dischi per 31 secondi, due in meno rispetto a quanto si fa nella top class.
Il fattore gomme
Dai freni passiamo alle gomme. La Michelin affronta un circuito che non è particolarmente critico per l’usura (anche se le pesanti frenate portano ad un carico longitudinale non indifferente), ma che richiede un’attenzione particolare. Per questa ragione, il produttore di Clermont Ferrand ha portato gomme specifiche per questa occasione.
Entrando un po’ più nello specifico, le soluzioni del posteriore sono differenti. Se per l’anteriore si continuerà con le specifiche del 2019, per la ruota dietro ci sono grandi novità. Le mescole morbida e dura sono asimmetriche, con la spalla sinistra più dura di quella destra. Per la media invece si opta per una scelta simmetrica, nel complesso più dura rispetto alla passata stagione.
Ma la vera novità sul fronte delle coperture riguarda l’allocazione. Dato che il mondiale si concluderà nella penisola iberica, dove si correrà fino a fine novembre, le temperature si prevedono spesso basse. Per questa ragione la Michelin ha deciso di sacrificare un treno di dure per aggiungerne uno di soft. Sarà così fino alla fine dell’anno.
Parlando di temperature, le previsioni indicano una forte escursione termica tra il mattino ed il pomeriggio. E’ tipico delle zone semidesertiche, come la regione intorno ad Alcaniz (è in questi luoghi che Sergio Leone girava i suoi film spaghetti western negli anni ’60), dove si prevedono massime intorno ai 20 gradi. Non è esclusa nemmeno la pioggia, per la quale i francesi forniranno ai team mescole medie e morbide, entrambe asimmetriche.
Gp Aragon, l’anteprima della MotoGP
Ad Aragòn la classe regina arriva con una classifica un pelo meno corta. Dopo la difficile (e bagnata) gara di Le Mans, Fabio Quartararo ha portato a dieci punti il suo vantaggio su Joan Mir. Il francese arriva su una pista dove la Yamaha storicamente va bene, anche se la mancanza di velocità spaventa sempre un po’. Anche la Suzuki sa andare forte qui, ma il maiorchino non può più permettersi di sbagliare una qualifica. Altrimenti sarà dura recuperare.
A proposito di recuperi, Andrea Dovizioso si è in parte rilanciato nella sfida iridata, ma il Motorland è indigesta alla Ducati. Se dovesse piovere potrebbe avere un’altra grande occasione di rimettersi in gioco, ma per farlo dovrà vincere, e non accontentarsi di un quarto posto come domenica scorsa. Stesso discorso per Maverick Vinales, il quale appare parecchio in confusione. A Le Mans ha faticato ancora, dopo aver avuto la bella pensata di partire senza launch control. Sintomo evidente di una confusione mentale, tipica di chi, a livello di assetti e strategie, non sa più che pesci pigliare.
E poi c’è Valentino Rossi, al centro di voci su un possibile approdo del suo team in MotoGP. Il “Dottore” è reduce dalla terza caduta consecutiva, dando il definitivo addio a qualsivoglia chance iridata. Il nove volte iridato mostra spesso velocità, ma che quasi mai si concretizza in risultato. Aragòn è una pista che non ha mai amato, ma Vale non smette mai di essere ottimista.
Ci sono poi i piloti di Honda, nonché gli scudieri Ducati di Pramac. Questi ultimi sono un pelo sfortunati ma molto spesso più veloci dei factory. Jack Miller è sempre protagonista, specie quando piove, e Francesco Bagnaia è in crescita, quando non sbaglia. L’Ala Dorata fa quel che può senza capitan Marquez, anche se il fratellino Alex sta mostrando segnali di progresso. Ma il vero caposquadra è Takaaki Nakagami, che con la tattica della formica si ritrova quinto nel mondiale, ad un tiro di schioppo dalla vetta.
Infine, vale sempre buttare un’occhio alla KTM, la cui moto è ormai competitiva a tutti gli effetti. Pol Espargaro sta cominciando a macinare podi, desideroso di lasciare Mattinghofen a testa alta. Da non sottovalutare gente come Brad Binder e Miguel Oliveira, sempre pronti a fare la sorpresa quando nessuno se l’aspetta.
Anteprima di Moto2 e Moto3
Il GP d’Aragòn è l’undicesima prova dei mondiali Moto2 e Moto3, entrambi apertissimi.
Nella classe intermedia è match pari tra Luca Marini ed Enea Bastianini, entrambi in affanno a Le Mans. Il leader del mondiale parte qui in Spagna con l’infortunio alla caviglia che potrebbe rallentarlo, più i pensieri di una MotoGP sempre più vicina. Il “Bestia”, dal canto suo, non ha sfruttato la grande occasione francese, e si ritrova ancora ad inseguire. Non si vedono altri protagonisti che possano inserirsi nella lotta mondiale, ma per le singole gare c’è sempre la sorpresa in agguato. Tipo un Sam Lowes che ti azzecca la gara della vita, un Jake Dixon che ti va come un razzo sull’umido, un Aron Canet che…anzi no! Perché Canet si è operato al dito rotto a Le Mans, e qui non correrà. Lo sostituisce Xavier Cardelus, di provenienza MotoE.
La Moto3, infine, vede un nuovo cambio di vertice. Dopo Le Mans Albert Arenas si riprende il comando grazie al podio di domenica, ed alla prestazione magra di Ai Ogura. Saranno loro due a giocarsi la corona, con gli italiani che possono inserirsi in qualunque istante, se saranno costanti. Che non è mai stata il punto di forza di Tony Arbolino e Celestino Vietti, i più quotati tra i nostrani.