Alex Palou resta con Ganassi in IndyCar, anzi no, va in McLaren. Non è uno scherzo: le cose sono andate proprio così! Martedì il team di Chip Ganassi annuncia il rinnovo dello spagnolo, ma dopo quattro ore un comunicato della McLaren lo smentisce, dichiarando che il catalano è un loro pilota a partire dal 2023. Lo stesso Palou, sui profili social, prende le distanze dal comunicato Ganassi. La morale della favola è che non si capisce bene dove correrà Alex il prossimo anno. E siccome siamo in America, è facile anche che la storia prosegua in tribunale.
Alex Palou, da Ganassi a McLaren…in quattro ore! Ma cosa è successo?
La prima cosa che non quadra è chi abbia firmato per chi. Ganassi dice sui social che ha esercitato l’opzione sul contratto di Palou, ma il diretto interessato si dissocia da tale affermazione. Quattro ore più tardi, McLaren da il benvenuto allo spagnolo, non specificando in quale categoria avrebbe corso. Da quanto sappiamo, prima dell’estate patron Chip aveva manifestato l’interesse di mantenere lo “status quo”, confermando i suoi tre piloti. Scott Dixon non si tocca, e nemmeno Marcus Ericsson, vincitore di Indy. Alex è (o sarebbe meglio dire era) parte del progetto, perché vedevano in lui un possibile erede di Dixon quando il neozelandese avrebbe appeso il casco al chiodo. Ma l’iridato 2021 aveva altri piani, dato che già da maggio ha iniziato a trattare con la McLaren.
Avvocati pronti per il via
Da quanto dicono i retroscena, sono due le cose che hanno spinto il ragazzo a cambiare idea: un ingaggio non all’altezza di uno che ha appena vinto un titolo, e la possibilità di provare la monoposto di F1. Infatti, nel comunicato stampa di McLaren non è specificato dove andrà a correre Palou, sulla falsariga di quanto è stato fatto con Felix Rosenqvist (ormai vicino al trasferimento in Formula E). Quello che non appare chiaro è se il pilota aveva già un accordo in essere con Ganassi prima di accettare la proposta di McLaren: in tal caso, Palou si troverebbe ad aver firmato per due squadre contemporaneamente, una situazione non legale. E se la cosa dovesse finire davanti ad un giudice, nessuno si stupirebbe più di tanto. Certo è che due squadre di così alto livello non sono solite fare pasticci simili sul contratto: possibile che due strutture così professionali abbiano fatto tanto casino tra comunicati e carte varie?
IndyCar: la tecnica degli sviluppi nascosti