Un altro capitolo della vicenda doping che coinvolge Andrea Iannone. In data di ieri il pilota di Vasto è stato convocato dalla Corte Disciplinare Internazionale della FIM, per decidere del suo destino. Tuttavia, la Corte ha deciso di rinviare la sentenza di altri dieci giorni. Andrea salterà i test di Sepang, che iniziano venerdì, ma questo potrebbe non essere necessariamente un male: infatti, il rinvio deriva da un colpo di scena che potrebbe andare a vantaggio di “The Maniac”.
Prima di tutto, riassumiamo le puntate precedenti. Lo scorso novembre, durante il GP della Malesia, il pilota Aprilia viene sottoposto ad un controllo antidoping. L’analisi del campione A rivela la positività al drostanolone, uno steroide anabolizzante. La notifica arriva a dicembre, con annessa sospensione a tempo indeterminato. Andrea richiede l’analisi del campione B, la quale però conferma la positività. Il resto è storia di oggi.
Ma qual è il colpo di scena che rimette in gioco tutto? Durante l’udienza di ieri, la pubblica accusa (cioè la FIM) ha ribadito che Iannone ha assunto volontariamente il drostanolone, per motivi…estetici. Infatti, secondo la federazione l’assunzione della sostanza proibita era funzionale ad aumentare la massa muscolare…ed il numero dei followers su Instagram!
Tuttavia, è l’azione della difesa che potrebbe cambiare l’esito della vicenda. Durante la stessa udienza, il legale di Iannone Antonio De Rensis ha portato l’analisi di un capello effettuata tra settembre 2019 e gennaio 2020, prima del famigerato test malese. Da quest’analisi emergerebbe l’assenza di qualsiasi traccia di sostanze proibite, tra cui quella contestata. L’analisi è opera del Centro Regionale Antidoping “A. Bertinaria” di Torino, considerato un’eccellenza anche nell’ambito della criminologia.
Alla luce di queste nuove prove, la Corte ha concesso cinque giorni di tempo all’accusa per esaminarle, ed altri cinque alla difesa per eventuali repliche. Quindi, la sentenza è rinviata di dieci giorni. Può questo dettaglio scagionare Andrea e salvare la sua carriera? Al momento è impossibile fare previsioni, ma si tratta di un particolare assai importante. Se non lo fosse, la Corte non avrebbe optato per il rinvio.
In attesa che gli eventi facciano il loro corso, Andrea Iannone dovrà starsene a casa ad aspettare, senza poter salire in moto. Il pilota rischia da una reprimenda fino a quattro anni di squalifica, che verosimilmente significherebbe la fine della sua carriera. In caso di condanna, Aprilia lo svincolerebbe dal suo contratto.