Tutto si può dire tranne che il Brescia abbia vissuto una stagione tranquilla. Tra cambi di gestione, classifica precaria, ora parzialmente positiva, e poca continuità, i lombardi stanno vivendo un momento drammatico. Soprattutto se si pensa che ad inizio stagione erano una delle favorite per il ritorno in Serie A. Certo, l’arrivo di Pep Clotet ha sistemato la situzione con le ultime vittorie, ma è ancora presto per dichiarare il Brescia una squadra “guarita”. Al coro ora si aggiunge anche la questione societaria. Il presidente Cellino, subito dopo la fine dell’udienza che lo vede coinvolto, ha sfogato la sua rabbia sia per le sue questioni giudiziarie sia per come la stampa sta trattando la sua società, spesso fin troppo pressante contro la sua gestione.
Massimo Cellino il prossimo 31 marzo affronterà una nuova udienza. E’ accusato dalla procura di Brescia, assieme alla moglie e ad altre persone, di alcuni reati fiscali.
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Ecco le dichiarazioni del presidente Cellino riportate dal Giornale di Brescia: “Mi sento un ospite sgradito in casa d’altri e questo non mi piace. Poi tirate voi le conclusioni. Sono qui per rispetto della magistratura anche se non capisco dove vogliano arrivare, non so cosa vogliano cercare. Sto vivendo nuovamente un incubo dopo i sette anni passati sotto processo a Cagliari. Se sto pensando all’addio? Ero convinto di trovare una città diversa, non ci sto più a fare l’ospite sgradito in casa di altri. Di certo non scappo, non mi sono mai sottratto alla giustizia e poi anche se dovessi essere in Alaska e mi chiamassero per arrestarmi tornerei in Italia.Non mi interessano i playoff, voglio salvarmi perché non avrei mai accettato la retrocessione. Allenatore? Colpa mia, scelsi Clotet al posto di Delneri, ma ero in trattativa per comprare il Birmingham (mantenendo almeno inizialmente anche il Brescia)”.
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