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Conor Daly, l’eroe dei due mondi

Il mondo è bello perché è vario, e questa regola vale anche nel motorsport. E’ una regola che sta tanto a cuore a Conor Daly, che nella sua ancora giovane carriera ha voluto provare un po’ di tutto nell’immenso universo delle corse. Il 29enne statunitense di origine irlandese, figlio dell’ex pilota di F1 Derek Daly, può vantare nella sua cintura una vasta serie di esperienze. Dalla GP3 alla GP2, passando per la Indy Lights, IMSA ed ora IndyCar. E si cimenta pure nella NASCAR, dove vanta già tre gettoni di presenza tra XFinity e Truck series. In un’intervista realizzata dal sito web Frontstretch, Conor hga raccontato un po’ di se stesso, della sua versatilità e di altre cose interessanti.

Conor Daly, cosa lo spinge ad essere così versatile?

Proprio la versatilità è uno dei temi che si affrontano nell’intervista. Cos’è che lo affascina nel correre in ambiti tanto diversi? “Io credo che sia sempre utile diversificare il proprio portfolio“, ha detto il ragazzo originario dell’Indiana, “E’ una cosa che mi piace fare. Amo guidare cose diverse. Amo provare nuove esperienze e sono stato fortunato a farle“.

Alcune di queste esperienze vengono da fonti inaspettate. Per esempio, il suo debutto nella Truck Series, in Kansas nel 2020, è arrivato in maniera del tutto particolare. “E’ tutto merito di Travis Pastrana“, ha affermato Daly, grande fan e amico della ex leggenda del freestyle. “Venne con questa idea del tipo ‘hey, perché non facciamo una gara vera invece di solo quelle virutali?’. E quando Travis si mette in testa di fare una cosa, la fa, e alla fine ci sono entrato. Abbiamo messo insieme dei partner…anche la Red Bull ha aiutato“. Il resto è storia.

Il primo amore non si scorda mai. Dopo aver provato la Truck la prima volta, Daly ha voluto ripetere l’esperienza, iscrivendosi alla gara di venerdì scorso a Las Vegas. Ma non è andata molto bene: era nella top 20 prima di schiantarsi violentemente contro il muro. Ne esce con le sue gambe, ma deve fare una visitina all’ospedale per un problema alla clavicola. Tutto risolto. E Conor non vede l’ora di tornare in azione nel suo mondo, la Indycar.


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Due mondi paralleli

A proposito di IndyCar, Daly ha parlato nell’intervista delle differenze tra le due serie. “Dal punto di vista delle vetture“, ha spiegato, “Sono completamente differenti. E’ come confrontare l’NBA con l’NFL: giocano entrambe con una palla, ma sono del tutto differenti“. Oltre alla velocità, una distinzione tra le due categorie sta anche nel modo in cui…sbattono. “Quando impattano, le Indycar sembrano pronte per esplodere. Sembrano nate per spargere pezzi, ma la NASCAR è fatta in maniera un po’ diversa. E’ diverso perché le macchine si piegano più che esplodere e spargere detriti. Ma sono progettate bene: [a Las Vegas] ho picchiato duro ma sto bene. Quindi hanno progettato dei telai sicuri, ed è una gran cosa. Hanno anche il servosterzo: quando urti il muro, lo sterzo non reagisce come in Indycar. Lì fai meglio a tenere le mani lontano dal volante, perché non hanno il servosterzo e ti spezza i polsi“.

Il 2021 di Conor Daly

Finito di argomentare sulla sua carriera e sulle varie esperienze fatte, Conor si è concentrato sul presente. Ed Carpenter lo ha riconfermato nel suo team nella IndyCar, ma solo per un programma parziale. Farà tutti i tracciati stradali, mentre lo stesso Carpenter farà gli ovali. Conor sarà presente a Indianapolis per la 500 miglia, ma con un altro team. “Lo scorso anno è stato diverso“, ha detto Daly. “Non siamo andati ad un sacco di eventi, ed è stato triste. Ora stiamo tornando alla normalità, con un calendario completo, rientrando su alcuni cittadini e su quelli nuovi e credo che Nashville sarà molto bello. C’è molto per cui guardare avanti“.

Lo scorso anno è stato il primo con l’aeroscreen. Ha aggiunto un sacco d’interesse, nuove caratteristiche all’handling, che so che il nostro team ha lavorato molto nell’inverno per cercare di aiutare noi piloti a migliorare il nostro approccio alla messa a punto per il weekend. Sarà fantastico cogliere i frutti del lavoro nella offseason, ed è questo quello a cui guardo di più“.


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