La NASCAR è ancora alle prese con la grana coronavirus. Dopo aver positicipato le due gare di Atlanta e Homestead, la federazione statunitense di stock car ha comunque provato a far proseguire il campionato. Purtroppo, non è servito, data anche la decisione del governo federale di dichiarare lo stato d’emergenza. Di qui, in data di ieri la serie ha deciso di sospendere tutte le attività, fino al prossimo 3 maggio.
La decisione è maturata dopo che il Central for Disease Control ha diramato delle linee guida per il contenimento del contagio. In questa guida, il massimo ente sanitario nazionale ha vivamente sconsigliato di organizzare eventi con più di 50 persone. Inoltre, ha suggerito di continuare con questa limitazione per almeno otto settimane.
Di fronte alla contingenza legata al coronavirus, la NASCAR ha dovuto prendere un provvedimento drastico. La sera di lunedì ha riunito i rappresentanti dei team in una riunione informale tenutasi a porte chiuse. In questa riunione ha comunicato la decisione definitiva, di comune accordo con i partecipanti.
Lo stop forzato comporta l’annullamento delle gare di Texas, Bristol, Richmond, Talladega e Dover. Se tutto va bene, il campionato riprenderà con la gara di Martinsville. Oltre alle gare, sono sospese tutte le sessioni di test.
Ma cosa fare delle gare annullate? In una conferenza stampa in remoto, il presidente della NASCAR Steve Phelps ha parlato anche di questo argomento. Ha ribadito la volontà da parte dell’ente di disputare il campionato per intero, recuperando quindi le gare cancellate. Tutte le ipotesi in campo sono valide: si è parlato di gare infrasettimanali, di doppi appuntamenti e quant’altro. Qualunque decisione, però, è rimandata a tempo debito.
La NASCAR ha infine pubblicato una lettera aperta a tutti i fan. La condividiamo qui sotto, correlata di traduzione.