Una copertura che sarebbe servita a coprire, a sua volta, pratiche non consentite nell’esercizio dello sport. E’ stato così costretto alle dimissioni, il Presidente del Comitato Paralimpico Russo Vladimir Lukin. L’operazione rientra nel più ampio scandalo sul doping che ha coinvolto al Russia, costringendo l’Agenzia mondiale antidoping WADA a commutare sanzioni a diversi livelli.
Vladimir Lukin, aveva una lunga carriera da Presidente del C.P.R., del quale era alla guida dal 1997. Ma nulla ha potuto davanti al verdetto della Corte di Arbitrato per lo Sport. Lo scorso dicembre, infatti, la Corte aveva parzialmente confermato alcune delle pene inflitte alla Russia. Tra queste anche quella che coinvolge Lukin. Ora è costretto a lasciare il ruolo e gli sarà vietato operare in alcun organismo sportivo fino alla fine del 2022.
Con le dimissioni di Lukin, si avvia a chiusura la serie di sanzioni WADA che hanno trovato applicazione e che rappresentano, per l’83enne dirigente, una macchia non indifferente viste le sue precedenti esperienze. E’ stato infatti ambasciatore russo negli Stati Uniti e prima era stato anche commissario per i diritti umani del suo paese. Immediato l’avvicendamento alla Presidenza del Comitato Paralimpico Russo che ora viene affidata al vicepresidente Pavel Rozhkov.
Chi altro si è dimesso?
Un’epurazione che ha coinvolto l’intero board. Hanno lasciato il loro posto anche i vicepresidenti Boris Ivanyuzhenkov, Rima Batalova e Oleg Smolin, tutti deputati della Duma di Stato russa. Anche il Ministro dello Sport Oleg Matytsin ha deciso di fare un passo di lato, rinunciando alla carica di Presidente della Federazione Internazionale dello Sport Universitario, almeno per il periodo di sospensione imposto dalle sanzioni WADA.
Stesse sanzioni che hanno indotto al lasciare la carica ricoperta anche all’ex capo della Federazione russa di atletica leggera Peter Ivanov, che spera anche di tornare una volta scadute le punizioni, e il membro del Consiglio della Federazione internazionale di hockey su ghiaccio Vladislav Tretiak.
Lukin si era espresso in maniera molto forte nei confronti della WADA e delle sanzioni che erano state imposte alla Russia dopo che era stato evidenziato come il paese avesse manipolato i dati presso il Laboratorio di Mosca. Ed era sempre lui il presidente del Comitato Paralimpico Russo quando la squadra del suo Paese è stata bandita a titolo definitivo dai Giochi Paralimpici 2016 di Rio de Janeiro e costretta a competere come neutrali alle Paralimpiadi invernali 2018 a Pyeongchang.
Chi desidera uno sport più pulito potrebbe non rimpiangere il suo operato.