Dries Mertens ha stupito tutti, ancora una volta. Colui che sembrava destinato ad accasarsi all’Inter riesce a superare la soglia delle 121 reti, prima condivisa con Marek Hamsik, proprio contro la squadra del suo amico Romelu Lukaku. Un risultato enorme di un campione dentro e fuori dal campo. Un napoletano mancato che ha fatto della professionalità la chiave di volta per raggiungere il successo.
Sembrano passati secoli da quanto quel calciatore belga del PSV Eindhoven varcava per la prima volta le porte del San Paolo. Lo scetticismo non mancava, così come il dubbio che la dirigenza del Napoli avesse ancora una volta toppato nella ricerca di un nuovo campione. Ma la storia è andata diversamente: il piccolo centravanti scuola Anderlecht / Gent si è guadagnato progressivamente il suo posto nel cuore dei tifosi azzurri.
Nove milioni e mezzo fu l’investimento che De Laurentiis fece per assicurarsi le prestazioni di Dries. Una cifra modesta per una vera e propria scommessa soprattutto per chi proveniva da un campionato non proprio esaltante come quello olandese.
Le prime stagioni
Dries Mertens esordisce il 25 agosto 2013 contro il Bologna subentrando a Hamsik. La prima rete in Serie A arriva a Firenze il 30 ottobre mentre la prima delle tante doppiette viene siglata contro la Sampdoria. Una grande soddisfazione arriva con il goal del 3-1 contro la Fiorentina in finale di Coppa Italia. Ciro è ormai entrato nel cuore dei tifosi.
Maurizio Sarri ha avuto il merito di trasformare il talento grezzo di Mertens in un vero e proprio carrarmato macina reti. Principalmente a causa del grande infortunio che frenò l’ascesa di Arek Milik.
Indimenticabile fu il poker rifilato al Torino, l’esatto momento in cui i tifosi azzurri capirono che Dries aveva le idee chiare. Quella straordinaria stagione finirà 34 reti segnate, una in meno del capocannoniere Edin Dzeko.
