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DTM 2021: GT3 scelta azzeccata. O forse no

Il 2021 è una sorta di anno zero per il DTM, che riparte con il regolamento GT3. Dopo lo scetticismo iniziale, sembra che la nuova formula stia accogliendo favori all’interno della comunità della serie tedesca, che si appresta ad affrontare un cambiamento epocale. Si tratta di una scelta necessaria per sopravvivere, per evitare di chiudere baracca e burattini. Ma nel medio e nel lungo termine, questa mossa pagherà? Analizziamo i pro e i contro di questo cambio di paradigma, che ha portato la serie guidata da Gerhard Berger in una dimensione completamente nuova.


DTM e GT3: l’alba di una nuova era


DTM 2021: quali vantaggi nel passaggio alle GT3?

Gli aspetti positivi della formula della GT3 sono due: i costi e la varietà di vetture. Le vecchie Class One erano costosissime, e solo pochi costruttori potevano permettersi un programma. Il risultato è che quando la formula è diventata insostenibile anche per loro, il campionato ha rischiato la chiusura per mancanza di partecipanti. Con il GT3 questo non accade, perché sono vetture pensate per il customer racing, quindi se non c’è l’ufficiale sopperisce il privato. Certo, il DTM rischia di assomigliare troppo ad altre serie, come l’ADAC GT Masters o la World Challenge Europe, ma il problema è ampiamente risolto in due modi. Il primo è un parterre di piloti di alto livello, con supporto indiretto delle case e con una scarsa presenza di conduttori paganti. Il secondo è attraverso un balance of performance aggressivo, che consente prestazioni maggiori. Ad Hockenheim, nel corso dei primi test, le DTM GT3 hanno girato due secondi più forte rispetto alle ADAC GT Masters.


DTM ed il BoP: una gatta da pelare


Quali svantaggi?

E veniamo ai punti deboli. La tanto acclamata diversità di marchi non si è fatta vedere, con le sole Mercedes, Audi e BMW impegnate per tutta la stagione. A queste case, già edite dell’era precedente, si aggiungono un paio di Ferrari di AF Corse, che gestisce il programma Red Bull con Nick Cassidy e Alexander Albon. Dovrebbe esserci anche una McLaren per l’ex di F1 Christian Klien, ma solo part time. Niente Porsche, niente Lamborghini, niente Honda o altri. Quanto ai costi, c’è qualcosa che non quadra. È vero che si spenderà meno che con le Class One, ma resta il fatto che la quota d’iscrizione è onerosa, così come lo sono i ricambi. Berger e i suoi dovranno fare attenzione, altrimenti il rischio concreto è che il giocattolo si rompa prematuramente. I 10 team iscritti attualmente potrebbero migrare verso altre serie, con la scusa di avere una vettura omologabile per altri campionati.

In ogni caso, prima di giudicare se il DTM nel nuovo corso GT3 funzioni dobbiamo aspettare la fine della stagione 2021, che è di “rodaggio”. Nel 2022 sapremo dire se la nuova vita del campionato sarà lunga, o se saremo di fronte ad un costoso flop.