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Fabio Quartararo: il fenomeno bruciato diventato campione

Il titolo mondiale conquistato ieri a Misano Adriatico significa molto per Fabio Quartararo. Non solo perché è il primo iride per un francese, ma anche perché è il frutto di una missione finalmente compiuta. La missione consisteva nel ricostruire una carriera, che solo pochi anni fa sembrava a pezzi. “El Diablo” è arrivato ad un passo dall’uscire dal giro, ma poi è riuscito a rimanervi. E da vincitore. La sua storia, storia di una carriera spezzata e poi ricostruita, pezzo dopo pezzo, è da raccontare.


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Fabio Quartararo: fenomeno bruciato?

Classe 1999, originario di Nizza, Fabio eredita la passione per la moto da Etienne Quartararo, campione francese 125. Il babbo capisce subito che il figliolo ha un talento speciale, ma la natia Francia non è il posto ideale per crescere. Di qui la decisione di trasferirsi in Spagna, dove appare con un diavoletto appiccicato sul casco. Così nasce la leggenda di “El Diablo”, che approdato nel tostissimo CEV Moto3, non sfigura affatto. Nel 2013, a soli 14 anni, Fabio vince il campionato mondiale Junior, all’ultimo round stagionale. L’anno dopo entra a far parte del Monlau Competicion di Emilio Alzamora. Con la Honda di fatto ufficiale Quartararo domina la stagione, e demolisce psicologicamente la stella della squadra Maria Herrera, che per acciuffarlo deve cadere ogni due per tre. Gli strascichi di quella lotta se li porta ancora oggi, tanto che ora deve fare la vita da pilota privato in Supersport. Tornando a Fabio, la doppietta Junior lo portano alla Moto3 mondiale, ma c’è un problema: con i suoi 15 anni, è troppo giovane per correre nella serie iridata. Niente paura: grazie alle pressioni della HRC, la Dorna introduce la “regola di Quartararo”, una deroga che concede ai campioni del CEV di correre nel mondiale anche prima dell’età minima di 16 anni. Per la stella è giunto il momento della consacrazione, ma le cose non vanno come dovrebbero.

Un fenomeno di alti e bassi

In quella stagione 2015, Fabio comincia alla grande, piazzandosi sul podio alla seconda gara. Ad ogni Gran Premio è in lotta per la top ten, confermando quanto di buono aveva mostrato al CEV. Poi, a Misano, cade in prova e si frantuma una caviglia. Rientra ma non è perfettamente guarito, e nella sua testa comincia a non allinearsi tutto alla perfezione. Litiga con Alzamora, e lascia il suo team per passare in Leopard. Si ritrova però a guidare una KTM, all’epoca meno performante della Honda. Rinchiuso nel suo mondo, Quartararo non si trova nella scuderia italo-lussemburghese, dove nel frattempo sboccia un nuovo talento di nome Joan Mir. Dopo una stagione sottotono, Fabio scappa via dalla Moto3 e va in Moto2. Si accorda con il team di Sito Pons, ma i risultati sono orribili. Sito lo scarica, e per lui la carriera mondiale sembra finita. Ma Luca Boscoscuro lo “salva”, mettendolo sotto contratto per la sua SpeedUp. Fabio risorge, e nel 2018 vince due gare (anche se la seconda vittoria gli viene tolta per pressione irregolare delle gomme). La storia con SpeedUp dura solo un anno, perché per il 2019 arriva l’occasione della vita.

la sliding door di Fabio Quartararo

Nel 2019, SRT organizza il nuovo team satellite per conto di Yamaha. Franco Morbidelli è già nel team, e le trattative con Dani Pedrosa sono in fase avanzata. Quando era ormai tutto fatto, il catalano rigetta tutto e si ritira, firmando successivamente per fare il tester KTM. Razlan Razali si ritrova senza pilota: che fare? Il mercato non offre altro che un giovane francese, con due vittorie in tutto e molti alti e bassi. Non resta che puntare su di lui e tentare la sorte. Ed è così che Fabio Quartararo si ritrova in MotoGP quasi senza esperienza, e condannato probabilmente a stare stabilmente in ultima fila. Ma all’improvviso, il suo talento da fenomeno viene fuori: con una M1 leggermente meno performante delle altre, Fabio lotta per la vittoria contro un Marc Marquez perfettamente sano, annientando Morbidelli. Il fenomeno è tornato! Yamaha non ci pensa due volte a tenerselo stretto, affidandogli una moto ufficiale nel 2020 e promuovendolo alla squadra factory nel 2021. La fiducia è ripagata nella stagione “pandemica”, dominando le prime due di Jerez. Ma l’incantesimo svanisce subito: la pressione psicologica di un mondiale che può vincere lo fa cadere troppo spesso; di per conto, riappare lo spettro di Joan Mir, un vero e proprio Mr Consistency. Il maiorchino trionfa, il nizzardo crolla. Al termine della stagione è solo ottavo, mentre il massacrato Morbidelli si prende la rivincita diventando vice campione. Fabio ammette i suoi limiti e lavora per superarli, rivolgendosi ad uno psicologo dello sport. Il resto, è storia di oggi: con cinque vittorie all’attivo, ed una costanza da paura (mai uno zero in 16 GP), Fabio Quartararo è campione del mondo MotoGP 2021. Chapeau!