― Advertisement ―

spot_img

Superbike, Mandalika: Toprak vince gara 2 ma è Bautista a festeggiare

Il mondiale Superbike assegna il titolo 2022 in gara 2 a Mandalika. Alvaro Bautista voleva festeggiarlo vincendo la manche, ma nulla può contro Toprak...
HomeMotoriFormula UnoFormula 1: la regola dei pit stop spiegata bene

Formula 1: la regola dei pit stop spiegata bene

Come vi avevamo già anticipato, la Formula 1 ha introdotto a Spa Francorchamps una nuova regola per i pit stop. Ma siccome non è intuitiva da capire (come tante regole che la Federazione incastra di tanto in tanto) occorre sederci un attimo e dare una piccola spiegazione. Questo articolo si propone di fare questo: vi illustreremo il principio della nuova norma ed il suo significato tecnico e sportivo. La regola doveva essere introdotta al GP d’Ungheria, ma è stata rinviata al Belgio.


La FIA vuole rallentare i pit stop


Formula 1: come funziona la regola dei pit stop?

La sosta ai box è uno dei momenti più delicati e complessi di un Gran Premio. Ventiquattro persone avvolgono la macchina per cambiarle le gomme il più velocemente possibile. Grazie all’allenamento dei meccanici le soste sono sempre più veloci, ma alla FIA qualcosa ha cominciato a non quadrare. In Ungheria la Red Bull ha stabilito il nuovo record per il cambio di pneumatici: 1.88 secondi! Gli stop inferiori ai due secondi stavano diventando comuni. La FIA ha iniziato a sospettare che alcune procedure fossero automatizzate, con l’impiego di attrezzature speciali. Per bandirle, la Federazione ha escogitato uno stratagemma, ossia imporre un tempo minimo per certe operazioni. Ad esempio, dalla posa dell’avvitatore all’azione sulle gomme, il tempo minimo è di 0.2 secondi. Per altre operazioni, come ad esempio il sollevamento della macchina, o il suo abbassamento, il tempo minimo è di 0.15 secondi. Si trattano dei tempi medi di reazione dell’essere umano, ossia dell’intervallo che incorre tra lo stimolo e la conseguente azione. In poche parole, la FIA ha imposto un bando implicito a tutti quei sistemi che abbattono i tempi di reazione, automatizzando alcune impostazioni. Ma perché allora la FIA non ha vietato esplicitamente le diavolerie automatiche? Semplice: perché non sanno ancora chi le usa, cosa usa e come. Ufficialmente, il legislatore ha introdotto la disposizione per ragioni di sicurezza, perché ritiene che i pit stop siano diventati troppo veloci e pericolosi.

La regola funziona?

Questa domanda non trova una facile risposta. In Belgio non si è disputata nessuna gara, e quindi non abbiamo avuto modo di vederla in azione. Lo abbiamo visto in Olanda, dove effettivamente le soste sono state più lente. Abbiamo assistito a più problemi del solito, come uno stop di Lewis Hamilton di 3.6 secondi, o una di Lando Norris di ben 4 secondi. In media, abbiamo assistito a stop da 2.5 o 2.6 secondi, una differenza non grandissima rispetto al passato. Ma non crediamo sia ancora possibile trarre una conclusione. La sensazione è che le squadre debbano ancora adattarsi alla nuova norma, la cui applicazione non è così semplice o immediata come sembra. Ma è solo questione di tempo, prima che tutti si assestino su un certo livello di performance. Certamente, non vedremo più i pit da record del passato, ma non pensiate che farà così tanta differenza.


F1, GP Olanda: Super Max stende la Mercedes