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HomeCiclismoGino Bartali, gli occhi allegri da italiano in gita

Gino Bartali, gli occhi allegri da italiano in gita

“Oh, quanta strada nei miei sandali, Quanta ne avrà fatta Bartali, Quel naso triste come una salita, Quegli occhi allegri da italiano in gita”

Cantava così Paolo Conte riferendosi a Gino Bartali protagonista del ciclismo italiano. Nato in un paesino della provincia di Firenze il 18 luglio del 1914, troppo piccolo per essere protagonista durante la Grande Guerra . Atleta maturo e uomo di spessore, invece, durante la seconda Guerra Mondiale.

Tra il 1936 e il 1948 vinse 3 Giri d’Italia e 2 Tour de France, cosa che non gli impedì di essere anche attivo protagonista in azioni a favore degli Ebrei proprio durante il periodo della guerra. Per questo è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” nel 2013. Peccato che non abbia potuto saperlo. Muore infatti a Firenze il 5 maggio del 2000.

La rivalità con Coppi

Impossibile non associare il suo nome a quello del Campionissimo Fausto Coppi. Cinque anni la differenza d’età ma un percorso di vita insieme che li ha portati ad essere simboli non solo sportivi. Tutta l’Italia era divisa tra bartaliani e coppiani sia durante le gare sia nelle differenti posizioni politiche che vennero loro attribuite. Così se Coppi era più vicino al partito comunista, laico e meno convenzionale, Bartali rappresentava l’uomo più vicino alla Chiesa, più morigerato perfetto rappresentante per la Democrazia Cristiana.

La borraccia, verità o finzione?

Gino Bartali e lo scambio con Fausto Coppi
Il famoso passaggio di borraccia tra Gino Bartali e Fausto Coppi

Appare quindi quasi scontato che l’ipotetica indole caritatevole scatenasse i tifosi sul fatto che fu Bartali a passare la borraccia a Coppi e non viceversa. Per la storia siamo nel 1952, luglio, sulle strade francesi del Tour. La scalata è quella del Col du Galibier, Coppi davanti in maglia gialla, Bartali dietro in maglia tricolore. Carlo Martini, fotografo, sarà protagonista dello scatto che che ha raccontato al mondo una verità o una finzione? Nessuno ha saputo mai, tranne i protagonisti, come siano andate realmente le cose. Fu Bartali a passare la borraccia ( in realtà pare fosse una bottiglia) a Coppi? Fu in vece il contrario? Oppure, come affermano alcuni, fu una messa in scena, un escamotage “mediatico”? Probabilmente non lo sapremo mai, lo stesso Gino Bartali non volle mai dare risposta alla domanda. Vero è che spesso il mistero contribuisce e alimenta la creazione del mito.

La guerra e gli Ebrei

Ma Bartali mito lo è stato davvero. Durante la seconda guerra mondiale, incurante del pericolo, nascose e trasportò all’interno della sua bicicletta, documenti falsi che sarebbero serviti agli ebrei per avere una nuova identità. Contribuì così a salvare molte vite umane. Gesto che è stato riconosciuto di rilevanza fondamentale, tanto da riconoscergli onorificenze e nomine. Purtroppo postume.

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