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Hamilton Mclaren: il pilota racconta il passaggio alla Mercedes

Dopo sei anni trascorsi in McLaren il pilota Inglese Lewis Hamilton accettò la corte del team di Brackley dopo un colloquio privato con l’attuale Direttore Sportivo della F1, per approdare alla Mercedes. Per Lewis poi è iniziato un ciclo vincente con 6 campionati Mondiali vinti, ma in questa stagione le prime quattro gare sono state una peggiore dell’altra. Il suo compagno di squadra Russell invece sta maturando, mentre per l’ex Campione Hamilton la crisi si fa sempre più seria, dopo essere stato sorpassato da piloti più giovani ad Imola. Lo stesso pilota ha raccontato in un’intervista di quando è arrivato nel team Mercedes.


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Hamilton Mclaren: un pilota che era predestinato a vincere

Sono passati 15 anni da quando Lewis Hamilton ha fatto il suo debutto in Formula 1 nel 2007, facendolo al volante di un team che lo aveva sostenuto dalle serie minori fino al tanto atteso salto di qualità nel Circus: la McLaren. Con la casa di Woking il Britannico sfiorò la vittoria del titolo mondiale già nella stagione esordio, vincendolo invece l’anno successivo in extremis all’ultimo giro dell’ultimo GP in calendario. Da quel momento proseguì per altri quattro campionati al volante della McLaren, salvo poi accettare la corte della Mercedes nel 2013, con la quale si aggiudicò altri sei titoli mondiali da allora ad oggi. Il passato glorioso si fonde con un presente invece nebuloso, facendo pensare forse ad un addio. Sui motivi per cui Hamilton decise di scegliere la Mercedes sono stati detti proprio dal 37enne inglese ha voluto chiarirli in un’intervista doppia con Valentino Rossi a Sky Sport F1. Il sette volte iridato ha raccontato quanto accadde alla fine del suo contratto in scadenza a fine 2012.

Hamilton Mclaren: che cosa ha detto il pilota?

“Sono stato in McLaren per tanto tempo fino al 2012, cioè quando era prevista la scadenza di contratto. In quel momento ho iniziato a pensare a quello che avrei potuto fare cominciando a gestire il mio futuro completamente da solo, ho preso note sui pro e contro di ogni squadra e quali erano i loro obiettivi”. Ma a decidere di entrare a far parte del team Mercedes è stato un faccia a faccia con Ross Brawn reduce da un titolo mondiale nel 2009 con la Brawn GP, poi ceduta al rientrante team tedesco. Lewis ha dichiarato: “La Mercedes era già parte della mia squadra iniziale (in riferimento all’utilizzo dei motori tedeschi in McLaren) ma quando è rientrata in F1 stava davvero lottando: era qualcosa come il quinto miglior team. Tuttavia, è stato in quel momento che Ross Brawn è venuto a prendere un tè a casa mia, e cominciò a spiegarmi dei progetti che c’erano in programma per migliorare il livello di competitività della squadra. Mi sembrava surreale, perché allora la Mercedes faticava davvero con Schumacher, ma fu Ross a convincermi. Più tardi, Niki Lauda mi telefonò per dirmi di venire, ed anche lui mi tranquillizzò sulle capacità di Brown nel rifondare il team: è stato uno sforzo congiunto di loro due a portarmi in Mercedes”.

La Mercedes è la casa di Lewis

Hamilton infine ha citato esempi di altri campioni che decisero di proseguire le proprie carriere altrove, peraltro in un momento in cui essi stessi erano già sulla cresta dell’onda nelle rispettive categorie dicendo: “Penso di aver visto persone come Rossi e Schumacher trasferirsi in una squadra che non stava vincendo in quel momento ma l’idea di costruisce qualcosa di speciale in quel team è stato veramente emozionante. Se ti unisci ad una squadra vincente, c’è meno passione ed io invece volevo viverla. Ovviamente non sapevo cosa sarebbe successo, ma ho creduto che ad un certo punto avremmo vinto con le decisioni che venivano prese: abbiamo vinto la nostra prima gara nel 2013, un anno molto competitivo e poi nel 2014 c’è stata la V6 con la quale abbiamo vinto tutto”. Ma un ciclo positivo non è valido per sempre perchè appunto vale solo in un dato momento, ma poi c’è bisogno di innovare e di trovare nuovi obiettivi da raggiungere. Lewis non è sparito, è ancora un pilota vincente am deve solo ritrovare se stesso. Vedremo se ci riuscirà nelle prossime gare, già a Miami potrebbe essere già la rinascita.

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