― Advertisement ―

spot_img

Gp Miami: Ferrari potrebbe utilizzare una nuova power unit

La Ferrari potrebbe utilizzare una nuova power unit in occasione del Gp di Miami. Il tutto per poter aiutare Charles Leclerc nella battaglia con...
HomeCalcioIl libero:simbolo di un calcio che non c'è più

Il libero:simbolo di un calcio che non c’è più

Se c’è un sentimento che lega alla perfezione con il calcio, quel sentimento è la nostalgia. La maggior parte di noi è innamorata di un calcio che non esiste più ed è costretta ad assistere a uno sport che di passionale ha ben poco. I grandi campioni di un tempo non accennano a sparire dalle nostre menti mentre l’evoluzione (naturale) dello sport ha spazzato via anche il ruolo che un tempo interpretavano.

E’ il caso del libero, ruolo tanto famoso quanto delicato. Ruolo che ha permesso di rendere immortali chi i gol non li faceva fare; ruolo che ha reso celebre grandi uomini che oltre alla voglia di giocare simboleggiavano la vittoria della grinta e del carisma.

IL LIBERO

La figura del libero si sviluppa conseguentemente alla nascita del “catenaccio”; sistema calcistico improntato sul non subire il gol. Sistema che noi italiani abbiamo saputo applicare al meglio tanto da coniare l’espressione “catenaccio all’italiana” che per i più distratti ci ha condotto alla vittoria del mondiale 82′.

Il libero nasce però grazie a Karl Rappan allenatore del Servette (squadra svizzera) che negli anni 30 decise di togliere un uomo al centrocampo per metterlo a sostegno della linea difensiva come vero ultimo baluardo della difesa. Solitamente il libero era quel difensore dalla poca tecnica che spazzava via la palla ma il calcio ha cambiato la natura di questo ruolo, creando difensori completamente atipici. Atipici poiché negli anni 60-70-80 il difensore era considerato come il giocatore scarso tecnicamente.

Il tutto è stato rivalutato dalla grande scuola italiana che tramite Nereo Rocco e la “Grande” Inter di Herrera ha completamente stravolto il sistema calcistico. Il libero è così diventato un centrale extra e allo stesso tempo un regista offensivo. Chi come Baresi si lanciava negli spazi una volta recuperata palla o chi come Scirea e Beckenbauer preferiva avviare l’azione dal basso. Il libero indossava la maglia numero 4 o numero 6.

Modulo e tattica

Il modulo in cui il libero si esprimeva al meglio era il 5-3-2. Linea difensiva composta da tre difensori centrali e due terzini che però si spingono in avanti rendendolo un 3-5-2 o un 3-5-1-1.

Il modulo deriva dalla zona mista e ha fatto le fortune di tante squadre tra cui come affermato in precedenza della nazionale di calcio nei mondiali 82. Dei tre difensori centrali solo uno agiva da libero; non aveva una marcatura fissa e aveva la possibilità di svariare anche sulle fasce fornendo aiuto ai terzini in fase difensiva.

Al libero il compito di regolare la linea del fuorigioco con il grido “USCIAMO”, suo il compito di rappresentare il collegamento perfetto tra reparto difensivo ed offensivo. Oltre all’Italia nel 1982, anche la Germania Ovest portò a casa un mondiale (1990) grazie al 5-3-2 con in panchina quel Franz Beckenbauer considerato il miglior libero nella storia del calcio. In Italia fece tanto bene anche il Parma di Nevio Scala che dal 90 al 95 ottenne successi in patria ed in Europa(Coppa UEFA e Supercoppa europea)

SCOMPARSA DEL LIBERO

Il calcio si è evoluto; la marcatura a uomo impiegata per più di 50 anni ha lasciato spazio alla marcatura a zona. Tutto il sistema calcistico ha cambiato modo di attaccare. La manovra non avviene per passaggi orizzontali, il calcio contemporaneo è legato a compattezza e verticalità che sono i cardini di un qualsiasi sistema di gioco di una qualsiasi squadra.

Per questo è impossibile vedere un giocatore che insegue il suo uomo per tutto il campo. La marcatura a uomo viene si applicata ma in modo flessibile; solitamente il centrocampista di rottura (mediano moderno) segue l’attaccante fino a che non sopraggiunge il difensore per poi allontanarsi. La velocità a cui siamo abituati rende impossibile l’inserimento del libero difensivo pronto a coprire ogni zona del campo, umanamente impossibile.

IL LIBERO OGGI

Nel calcio di oggi, pochi sono i giocatori che ricordano il libero di una volta. In Italia abbiamo prima ammirato De Rossi che ha fatto della bassa zona mediana una terra di sua proprietà. A seguire troviamo Leonardo Bonucci: il 19 bianconero nella difesa a 3 della Juventus di Antonio Conte aveva il compito di impostare o di uscire palla al piede per trovare l’inserimento degli esterni che tagliavano alle spalle della difesa.

Altri interpreti di questo ruolo nel calcio moderno sono stati Mascherano e Rafa Marquez anche se la loro origine calcistica è legata al reparto di sviluppo e non difensivo. Un esempio più concreto è da ricercare nella persona di Lucas Leiva che nella Lazio di Simone Inzaghi ha il compito di essere onnipresente in ogni azione che sia recupero palla o trasformazione della manovra da difensiva in offensiva.

I giocatori elencati però prediligono agire nella zona mediana; non possono essere considerati dei veri liberi poiché giocano davanti la linea difensiva e non dietro quindi sarebbe più corretto definirli come dei liberi contemporanei.