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IndyCar Detroit: la prima caotica di Ericsson in gara 1

Dopo ben dieci anni, Marcus Ericsson torna ad assaporare il gusto della vittoria. Il palco è il circuito cittadino di Detroit, la scena è gara 1 della settima prova della IndyCar Series, al termine di un sabato pomeriggio pazzesco. Tra problemi di usura, sorpassi al limite, incidenti e due bandiere rosse, lo svedese di Ganassi batte sul filo di lana uno scatenato Rinus VeeKay, che a sua volta ha il suo bel da fare per tenere a bada Patricio O’Ward. Takuma Sato rimedia ad una brutta qualifica con una gara aggressiva e senza sbavature, premiata con un quarto posto. “Taku” precede i compagni di squadra del Rahal Letterman Laningan Racing, Graham Rahal e Santino Ferrucci, che occupano la sesta e settima posizione. Alexander Rossi, Scott Dixon, Ed Jones e Josef Newgarden completano la top ten.


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IndyCar Detroit: cosa succede in gara 1?

Facciamo prima a dire cosa non accade, in una giornata decisamente movimentata…comunque, partiamo dall’inizio. Il tema principale è quello dell’usura delle gomme, estremamente accentuato sul tosto cittadino di Belle Isle. Chi parte con la gomma morbida si trova subito nei guai, tant’è che dopo appena due giri dal via molti rientrano per passare alle dure. Will Power supera Dixon al 12esimo giro: entrambi sono con gomme dure, e sembrano avere la gara in pugno. Ma al 28esimo giro, accade l’imprevedibile.

In questa tornata, Felix Rosenqvist affronta curva 6, ma il suo acceleratore si blocca all’improvviso. la Dallara dell’Arrow McLaren SP sbatte violentemente contro le barriere di cemento, piegandole. Lo svedese è molto dolorante, e non riesce ad uscire da solo. La direzione gara espone la bandiera rossa, inguaiando i primi due. Entrambi non si sono ancora fermati, e saranno costretti a farlo alla ripartenza. Ma la cosa passa in secondo piano, in quanto c’è apprensione per le condizione di Rosenqvist. Ma svanisce subito: Felix sta bene. Attualmente è all’ospedale di Detroit per accertamenti, ma sono esclusi danni seri. Oliver Askew lo sostituirà in gara 2.

Le rassicurazioni dello stesso Rosenqvist via Twitter.

La sfortuna di Power

La gara riprende dopo 70 minuti d’interruzione. Power e Dixon approfittano della caution per pittare, e i loro destini si separano. Will ha già usato le gomme morbide, e può permettersi di finire la gara con le dure. Il numero 9, invece, deve ancora montarle, e al restart paga un un eccesso d’usura che gli costerà il podio. L’australiano ne approfitta per riportarsi in testa, ma deve vedersela con un Ericsson in palla. Lo svedese gli sta alle costole, pronto ad approfittare di qualsiasi errore. La situazione rimane statica fino a sei giri dalla fine, quando rispunta di nuovo la bandiera rossa. Questa volta è per Romain Grosjean, finito a muro. Il francese sfila incolume dall’abitacolo, ma la gara è ferma per agevolare la rimozione della monoposto. La sosta forzata uccide le chance di Power, che alla ripartenza non riesce a riavviare il motore. Il caldo frigge la centralina, e non è possibile sostituirla in tempi rapidi. La vittoria per l’alfiere Penske va in fumo. La sua rabbia è evidente, vista anche la veemenza con cui criticherà la decisione della direzione gara.

Al restart, Ericsson eredita la prima posizione, con VeeKay e O’Ward che gli stanno con il fiato sul collo. Ma Marcus resiste, non sbaglia nulla, e si porta a casa un successo meritato. Dixon recupera fino ad un posto in top ten, ma ha da rimuginare sulle tattiche sbagliate. Ma gli è andata meglio che al Team Penske, che a Detroit vive una caporetto. Oltre alla ECU di Power che va in tilt, segnaliamo la ruota mal fissata di Josef Newgarden, al decimo giro. L’americano riesce comunque a recuperare fino alla decima posizione. Simon Pagenaud è anonimo in 12esima piazza, e Scott McLaughlin urta un muretto e piega una sospensione, perdendo tre giri. Meno male che c’è gara 2!


Classifica ufficiale