L’effetto della guerra in Ucraina sta scuotendo la Formula 1. Mentre la FIA bandisce i driver della Russia, e Haas si sbarazza di qualsivoglia finanziamento e/o riferimento al paese con capitale Mosca, la Ferrari si regola di conseguenza con il suo partner russo Kaspersky. L’azienda informatica è uno degli sponsor del Cavallino, ma in occasione dei test in Bahrain i loghi della ditta saranno oscurati. Non compare nel “muro” dei partner della Scuderia e nemmeno sui caschi di Charles Leclerc e Carlos Sainz, dove al suo posto appare l’ormai diffuso hashtag #EssereFerrari.
Ferrari: Kaspersky farà la fine di Uralkali?
La situazione dello sponsor è più seria di quanto si pensi. Fondata nel 1997 a Mosca, la Kaspersky si è specializzata nella realizzazione di software antivirus per privati ed aziende. La Ferrari collabora con la società dal 2010, prima come semplice supporter economico ed ora come partner tecnico. Kaspersky infatti fornisce gli antivirus per i computer ed i server del Cavallino. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, Mattia Binotto aveva minimizzato l’impatto per la Rossa. Il team manager sosteneva che Kaspersky è un’azienda multinazionale, e non c’erano preoccupazioni riguardo il suo coinvolgimento nella Gestione Sportiva. Ma ora la situazione è diventata anche politica. Il 28 febbraio è stata presentata in Italia un’interrogazione parlamentare, riguardante proprio la società moscovita. I suoi software sono impiegati regolarmente sui computer delle varie sedi istituzionali, come i Ministeri della Difesa, degli Interni, della Giustizia e persino la Presidenza del Consiglio. Inoltre, Kaspersky potrebbe essere raggiunta dalle sanzioni economiche per tutti i soggetti sostenitori dello stato russo. Insomma, la Ferrari potrebbe ritrovarsi molto presto con un partner scomodo, di cui sbarazzarsi al più presto. L’antivirus rischia di fare la stessa fine dello sponsor minatore Uralkali, ormai ex partner della Haas e messo da parte per i suoi imbarazzanti legami con Vladimir Putin. Al momento, però, la Ferrari continuerà il partenariato con la società, come da contratto. Ma per quanto tempo ancora?
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