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La FIA ha un piccolo problema: Michael Masi

La Formula 1 è sbarcata a Miami per il GP che comincia oggi, ma per un certo verso, è come se fossimo tornati ad Abu Dhabi. Nel paddock si è tornati a parlare del rocambolesco finale del 2021, dopo il quale la FIA ha dato il benservito a Michael Masi. L’australiano da allora non ha più parlato, e circolano voci che lo vorrebbero a meditare vendetta contro la federazione internazionale. A Parigi sono preoccupati.


Masi F1: il Presidente della Fia non è più il Direttore della gara


Perché la FIA ha paura di Michael Masi?

La chiave per comprendere i fatti sta nel rapporto finale sullo sciagurato ultimo giro. Nella relazione la FIA ha ammesso che Masi ha fatto la “chiamata” sbagliata, soprattutto per quanto concerne il recupero del giro per i doppiati, concesso solo ad alcuni e non ad altri. Tuttavia, ha anche sottolineato come Masi abbia agito in buona fede, e che esista un accordo informale per cui un Gran Premio non debba concludersi dietro la Safety Car. Insomma, il rapporto ha scagionato l’ormai ex direttore di gara, ma la FIA lo ha licenziato lo stesso! È evidente che la Mercedes abbia fatto pressione per far allontanare l’odiato Race Director. Ma le voci che vengono da Londra (dove Masi attualmente risiede, anche se sta valutando di rientrare in Australia) vorrebbero il giubilato abbastanza furente per la sua rimozione, e starebbe valutando d’intraprendere un’azione legale. La FIA teme molto un’eventuale causa di Masi, anche perché ci sono buone possibilità che possa vincerla.

Una Federazione in mutande?

Se Masi dovesse decidere di trascinare la Federazione in tribunale, per essa potrebbero essere guai seri. In primis, dovrebbe pagare un avvocato per difendersi, e in caso di soccombenza, dovrebbe risarcire Masi e pagare le spese processuali. Le casse di Place de la Concorde non sono piene d’oro, anzi: la FIA di questi tempi sta vivendo un momento difficile dal punto di vista finanziario. Forse, questo spiega la sua ingerenza sulla questione delle Sprint Race, nella quale ha chiesto un compenso maggiore. Una possibile via d’uscita sarebbe quella di far assumere a Masi un ruolo equivalente a quello di direttore di gara. Ma c’è un problema: quel ruolo alternativo…non c’è. La fine di questa storia è nelle mani di Masi: se vorrà continuare a lavorare nel motorsport, potrebbe giungere ad un accordo con la Federazione per un ruolo istituzionale, magari nella natia Australia. Se invece deciderà di lasciare in mutande la FIA, allora avrà deciso di dire basta con le corse. Tra un po’ scopriremo la verità.