Dopo le tragiche morti di Jason Dupasquier, Hugo Millan e Dean Berta Vinales, il mondo del motociclismo si è posto delle domande. Sono troppo giovani per correre in ambito globale? La risposta in ambito FIM sembrerebbe essere affermativa, visto che hanno deciso di alzare l’età minima della Moto3, Supersport 300 e altre categorie introduttive. Con un provvedimento approvato ieri, la federazione motociclistica internazionale annuncia questi cambi di regolamenti, a cui seguono limitazioni nel numero dei partenti e obblighi sull’abbigliamento tecnico. Data l’introduzione tardiva, le nuove disposizioni non saranno in vigore il prossimo anno, per non creare problemi con le iscrizioni. Le nuove norme si attiveranno a partire dal 2023.
Moto3: quale sarà l’eta minima nel 2023?
Oggi, per iscriversi in Moto3 occorre aver compiuto 16 anni. Secondo la nuova regolamentazione FIM, il limite minimo sale a 18 anni, lo stesso della MotoGP (in Moto2 si può correre a 17 anni). La Supersport 300, classe d’accesso alla Superbike, si passa dai 15 ai 16 anni, alla quale si aggiunge un limite nel numero delle moto iscrivibili al campionato, 32. Per la Rookies Cup l’età sale a 14 anni, per le varie Talent Cup il limite nuovo è di 13 anni. Anche in queste categorie ci sarà un nuovo numero massimo di moto in pista, che sarà di 30 moto. Nel CEV Moto3 l’età minima passa da 14 a 15 anni, con un massimo di 32 iscritti per la stagione. Il provvedimento FIM parla anche dell’abbigliamento tecnico, con disposizioni più severe. Per tutte le categorie sarà esteso l’obbligo già in vigore in MotoGP e SBK, ossia di disporre di tutti i sistemi di sicurezza per tute e caschi, come ad esempio gli airbag. Nel corso della riunione si è parlato anche di introdurre un limite minimo di età ancora più alto, con 14 anni a fare da “soglia minima”.
Le reazioni dei piloti
Alla vigilia di Misano 2, i piloti della MotoGP hanno discusso delle nuove regole sull’età delle categorie inferiori. Le reazioni sono miste: c’è chi sostiene che sia una buona idea, e chi invece pensa che sia troppo. Alla prima “parrocchia” appartiene Marc Marquez, come ha spiegato a Moto.it: “Per me sono cambiamenti positivi: dopo quanto successo nel 2021 bisognava fare qualcosa“, ha commentato il catalano. “E’ vero che io sono arrivato al mondiale a 16 anni e a 20 sono passato in MotoGP, ero uno dei più giovani. Ma credo che mettendo un limite più alto tutti avranno la possibilità di maturare e di arrivare al mondiale con più esperienza. Adesso sembra che se a sei anni non sei già su una moto, è troppo tardi, invece bisogna iniziare più tardi e per gioco“. Aleix Espargaro è sulla stessa lunghezza d’onda di Marquez, aggiungendo che bisognerebbe agire allo stesso modo nelle serie nazionali. “In Spagna non esistono più le minimoto, c’è troppa fretta di andare con le moto grandi, non è giusto“, ha detto il pilota di Granollers.
L’incidente di Vinales ci obbliga ad accettare l’inaccettabile
Valentino Rossi è invece contrario: “Devo dire che per la Moto3 il salto di due anni è grosso. Tutti vogliono iniziare il prima possibile e 2 anni sono molti. Molti ragazzi dovranno attendere per l’esordio. Penso che però per la sicurezza sia un bene, anche se non credo risolverà tutti i problemi“, ha commentato il “Dottore”. Per il nove volte iridato, così come per Pecco Bagnaia, è il problema è il comportamento in pista più che l’età: “Io credo che sia più utile dare penalità vere, è l’unico modo per imparare: se stai a casa due gare, capisci che non devi più fare quella cosa lì. Bisognerebbe farlo anche in prova, non solo in gara“, ha detto Bagnaia. Segnaliamo la posizione “neutrale” di Fabio Quartararo, il quale non ha espresso un’opinione precisa a riguardo. “Non so bene cosa dire“, ha risposto il francese.
Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione