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La Germania declassa il calcio femminile. Punizione per Vogel

L’evoluta Germania torna indietro al tempo delle streghe. Per la Federazione tedesca allenare una squadra di calcio femminile è la giusta punizione per un allenatore che si comporta in modo antisportivo. Se non ci trovassimo ogni giorno a combattere contro discriminazioni, considerazioni di stato minoritario e quant’altro, ci sarebbe da ridere. Oppure si potrebbe pensare ad una burla di cattivo gusto.

Ma cosa è successo a Heiko Vogel?

Ed invece pare sia accaduto davvero. Veniamo ai fatti. Heiko Vogel è l’allenatore della squadra under 23 del Borussia Moenchengladbach. Durante un incontro di campionato contro il Bergisch Gladbach è stato espulso per avere tenuto un comportamento irrispettoso nei confronti dell’arbitro Marcel Benkoff. Ma anche per essersi rivolto con espressioni di poco riguardo agli assistenti dell’arbitro, Vanessa Arlt e Nadine Westerhoff. Per questi atteggiamenti avrebbe subito la squalifica per due giornate. E questo accadeva alla fine di gennaio di quest’anno.

A Vogel, che in passato ha guidato il Basilea in Champions League, sarebbe stata comminata una multa di 1.500 euro e gli sarebbe stato imposto l’ordine di allenare una squadra femminile per 6 sessioni entro il prossimo 30 giugno 2021.

Le reazioni

La notizia sarebbe stata confermata a ESPN proprio da esponenti della Federazione e non è difficile immaginare quante polemiche abbia sollevato, non solo nel mondo calcistico. Una prima reazione è stata quella di Nicole Selmer di Frauen im Fussball (Donne nel Calcio) che alla stessa testata ha riferito la sua amarezza nel considerare la questione come il passaggio di un “messaggio fatale“. “Dimostra – ha proseguito – che a qualunque livello le donne e le ragazze che giocano a calcio, non sono prese nella stessa considerazione di uomini e ragazzi”.

Questa punizione per l’allenatore del Moenchengladbach – ha precisato – mette l’allenamento di una squadra femminile allo stesso livello del lavoro sociale. Ma non è così. Il calcio femminile è uno sport e coloro che lo praticano sono professioniste come i loro omologhi maschili“. “Anche volendo immaginare le buone intenzioni, si sta comunque inviando un messaggio fatale, poiché significherebbe come dire che allenare una squadra femminile fa parte di una punizione per una cattiva condotta“.

Proprio mentre nel mondo si stanno facendo lotte importanti per il riconoscimento del professionismo nello sport femminile e in Italia finalmente arriverà con la prossima stagione, la Federazione tedesca getta un’ombra medievale con una decisione che non si fatica a definire assurda e vergognosa.

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