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La Suzuki è quasi pronta per la MotoGP 2022

La MotoGP 2022 si preannuncia viva, con la Suzuki determinata a riprendersi il mondiale conquistato due anni fa. La GSX-RR è pronta dal punto di vista tecnico, e ha lasciato sorrisi ai suoi piloti ed ai suoi tecnici. La moto c’è, i piloti anche. C’è molta fiducia nel presente, mentre il futuro spaventa un po’. Scopriremo qui il perché.

La Suzuki è messa bene per la MotoGP 2022?

I test di Sepang e Mandalika hanno dato indicazioni positive. Joan Mir (al netto delle cadute), ha apprezzato molto le modifiche alla moto, e sente che stavolta il pacchetto è completo. Stesso discorso per Alex Rins, determinato più che mai a riscattare un 2021 fatto di errori ed infortuni. La Suzuki per l’anno in corso ha lavorato sul motore, per trovare quei sacrosanti cavalli che le servono per competere con le strapotenti V4. L’obiettivo sembra centrato: Mir e Rins hanno apprezzato la “ciccia” in più, che non ha compromesso la guidabilità della GSX-RR. Grazie ad interventi sul pacchetto elettronico della Marelli, erogazione e taratura degli aiuti alla guida sono migliorati. Suzuki ha lavorato anche sull’aerodinamica: a Sepang ha introdotto una nuova configurazione delle alette, che però è stata scartata a Mandalika. Poco male, perché il pacchetto standard non ha mai dato problemi. In Qatar si scoprirà se la casa di Hamamatsu è davvero pronta a difendere il mondiale 2022. Ma per gli anni successivi, c’è un po’ di timore.


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Dubbi per il futuro

Chiariamo: Suzuki non leverà le tende tanto presto. Il problema sta nel mantenere lo stesso livello di competitività, con i piloti arrivati nel cosiddetto “contract year”. Joan Mir è in scadenza di contratto, e la Honda gli ha già messo gli occhi addosso. Anche Rins deve rinnovare, e la cosa non è scontata. Per convincere i piloti a restare, Suzuki dovrà dimostrare di avere un packaging vincente, anche a livello di organizzazione. E qui, il discorso ricade sul team manager. L’ormai famigerato sostituto di Davide Brivio non si è materializzato: è strano che facciano così tanta fatica a trovare una figura del genere. Il project leader Shinichi Sahara ha ammesso che senza Brivio, la parte giapponese e la parte europea del team si sta scollando, eppure non appare allarmato dalle difficoltà nel sostituire il manager brianzolo. In cuor suo, Sahara spera che il figliol prodigo ritorni a casa, quando si sarà stufato di fare la bella statuina in Alpine. Ma questa tattica funzionerà nel convincere Mir a restare in Suzuki?

Immagine in evidenza di Suzuki Racing, per gentile concessione