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Michael Masi: il retroscena della trattativa

La trattativa stato-squadre, ossia, i dialoghi tra il direttore di gara Michael Masi e le squadre Red Bull e Mercedes sono considerate il punto più basso della stagione fin qui emozionante. Questo ed il pericoloso brake test di Max Verstappen nei confronti di Lewis Hamilton hanno reso il GP di Jeddah una mezza farsa. Ci sono però delle considerazioni da fare, per dipanare parte della confusione che si è creata.


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Michael Masi: la trattativa era “normale”?

È la prima cosa che ha detto il direttore di gara a gara finita, quando si è visto recapitare tonnellate di critiche. Il fattaccio è dopo la seconda bandiera rossa, quella innescata dal testacoda di Sergio Perez. Alla prima ripartenza, Max Verstappen aveva tagliato la prima variante, pur di tenere dietro Lewis Hamilton. L’inglese ha perso la posizione nei confronti dell’olandese e di un Esteban Ocon bravo ad approfittare dello spazio che si era aperto. Durante l’interruzione, abbiamo sentito in diretta il colloquio tra Masi e Jonathan Wheatley, rappresentante della Red Bull. E siamo alla “trattativa”: Max parte dietro ad Ocon ed ad Hamilton, oppure si becca una penalità di 5 secondi alla ripartenza. Spieghiamo: in primis, l’ordine di ripartenza dopo una bandiera rossa (o una safety car) è basata sull’ultimo micro settore utile, e non sull’ultimo giro valido come succede ad esempio in MotoGP. In secondo luogo, il discorso via radio non era un ordine perentorio, ma un consiglio. In poche parole: Masi ha suggerito alla Red Bull di far partire Verstappen dietro ad Hamilton, altrimenti dopo avrebbe dovuto scontare una penalità di 5 secondi per il taglio di variante. Il team si è fatto due conti, ed ha accettato il “consiglio”. Fine della storia.


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La questione del “brake test”

L’altro episodio controverso di Jeddah è il brake test che Verstappen ha fatto ad Hamilton. L’olandese, dopo l’ennesimo taglio di variante, ha ricevuto un altro suggerimento dal direttore di gara nel restituire la posizione. Max ha rallentato prima di curva 26, ma Lewis non l’ha voluto passare lì. Per forzare le cose, l’olandese ha frenato – letteralmente – con il britannico che ha dovuto evitare una collisione. La manovra è costata a Verstappen una penalità di 10″ a fine gara, più due punti di penalità sulla licenza. La domanda che molti si sono posti è: perché una pena così lieve? La FIA ha valutato che l’inchiodata di Max era dolosa, ma non per cercare il contatto. La sua intenzione era di lasciar passare Lewis prima di curva 26, per trovarsi in zona DRS e superarlo. L’inglese non voleva concedere l’ala mobile al rivale, ed ha temporeggiato. Dal momento che l’asso Red Bull stava dando strada, il sette volte campione doveva passare subito: di conseguenza, la FIA ha ritenuto Hamilton corresponsabile dell’accaduto. Non avendo il 100% della colpa, Verstappen ha ricevuto uno “sconto” di pena, 10 secondi anziché 20. In verità, noi crediamo che una penalità così blanda per una manovra che avrebbe richiesto una bandiera nera sia dovuta al non voler interferire nella lotta mondiale, considerando che un eventuale zero per squalifica avrebbe fatto pendere la “bilancia titolo” a favore di Hamilton. Con annesse polemiche.

Un’ultima cosa su Michael Masi

Oltre alla trattativa, Michael Masi è stato al centro di polemiche per la prima bandiera rossa. Secondo molti, l’incidente di Mick Schumacher non richiedeva un provvedimento così drastico, ed è stato fatto apposta per favorire Verstappen. Invece, la scelta del direttore di gara è stata giustissima. Nel 2014, Jules Bianchi fu vittima a Suzuka di quell’incidente che gli costò la vita. Il francese sbatté contro la gru, entrata in pista per rimuovere la monoposto di Adrian Sutil. Da quel giorno, la FIA ha stabilito che, in caso un mezzo di soccorso sia obbligato ad entrare in pista, le monoposto non devono essere presenti. Mick ha urtato le barriere in una zona dove non c’è una strada parallela, ed i mezzi sono entrati in circuito. Una safety car non era sufficiente, quindi la sola soluzione era fermare tutto. Decisione impeccabile. I cospirazionisti se ne facciano una ragione.

Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione