Nonostante le tante assenze, il Milan ha ottenuto un punto prezioso in casa della Juventus. I rossoneri hanno confermato di essere una squadra in piena crescita, tra le più solide e mature del campionato.
Milan: le assenze hanno condizionato il risultato?
Il gol di Morata dopo soli tre minuti di gioco aveva fatto vacillare la sicurezza anche del più ottimista dei tifosi rossoneri. La squadra di Pioli, reduce dalla vittoria contro la Lazio e dalla sconfitta di Liverpool, era chiamata ad una prova di maturità contro la Juventus. I bianconeri sono partiti forti, cercando di approfittare del caos iniziale per chiudere subito la gara. I rossoneri però hanno resistito alle offensive della Juventus per poi dominare il gioco nella seconda frazione. Le assenze di Ibrahimovic, Giroud, Calabria, Krunic, Bakayoko, Messias e Kjaer non permettevano al tecnico rossonero ampia scelta, costringendo Rebic ad agire da unica punta lottando contro la coppia campione d’Europa formata da Bonucci e Chiellini. Alla fine, il croato (come spesso accade) è riuscito a lasciare il segno trovando il quarto gol contro i bianconeri nelle ultime cinque partite.
Aumentare la consapevolezza
La mancanza di una sponda all’interno dell’area di rigore ha limitato le offensive rossonere. Diaz è stato costretto a fraseggiare al limite dell’area per poi tentare la penetrazione. Discorso inverso per Leao che ha dato il meglio nella seconda frazione in cui ha portato a segno 2 dribbling su 4 tentati creando spesso superiorità numerica sulla sinistra. Alla fine il gol è arrivato da calcio d’angolo grazie alla palla precisa di Tonali (il migliore dei rossoneri) che ha trovato Rebic (lasciato solo da Rabiot e Locatelli). Ancora una volta, nonostante le assenze, il Milan è riuscito a portare a casa punti importanti. I rossoneri non hanno perso la testa dopo l’inizio traumatico e sono riusciti a sopperire anche alle opache prestazioni di Kessie, Hernandez e Saelemaekers. Una punta centrale e ampia scelta in panchina avrebbero fatto sicuramente comodo a Pioli che lascia Torino con la consapevolezza di essere in grado di vincere questo tipo di partite. Segno della crescita e della buona strada imboccata da quasi due anni dal club rossonero.
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