Come Moto3 e Moto2, anche la MotoGP si è vista spostare le prove libere del GP d’Argentina al sabato, per le ragioni che ormai conoscete. Il programma è compresso: le FP1 seguono le libere delle due classi minori (in tandem), mentre le FP2 seguono le qualifiche. I due turni sono più lunghi di quindici minuti ciascuno, limitando alla riduzione dei tempi complessivi ad una ventina di minuti. Subito dopo, si andrà in qualifica, con la top ten decisa dalla combinata di queste due sessioni “minimal”.
Caos Argentina: nuovi orari per MotoGP e affini
MotoGP, GP Argentina: che succede nelle prove libere?
Le FP1 ci restituiscono una Honda al top. Takaaki Nakagami chiude la sessione con il miglior tempo, su una pista troppo sporca per poter anche solo avvicinare dei tempi record. Il giapponese, che il GP non doveva neppure disputarlo per la positività al Covid (si è negativizzato proprio ieri), ferma il cronometro in 1’39″028. “Taka” precede di più di un decimo Fabio Quartararo, in grande forma sulla Yamaha. La prima fila virtuale è completata da Pol Espargaro, segno che qui la Honda va forte. Marco Bezzecchi è il migliore delle Ducati in quinta piazza, dietro all’Aprilia di Aleix Espargaro. Alex Rins, Miguel Oliveira, Maverick Vinales, Brad Binder e Joan Mir completano la top ten. Enea Bastianini, leader del mondiale, è solo 11esimo. In difficoltà la Ducati ufficiale, con Pecco Bagnaia 12esimo e Jack Miller 18esimo. Ancora più deludente è la prestazione di Franco Morbidelli, solo 18esimo con l’altra Yamaha Factory.
La seconda sessione di prove libere
Le FP2 sono un dominio Aprilia. Fin dal primo minuto, Aleix Espargaro si mette in prima posizione e lì rimane. Maverick Vinales gli ruba il piazzamento nel primo time attack, ma il pilota di Granollers risponde al compagno di team. Il duo di Noale è irraggiungibile per gli altri, con Fabio Quartararo primo degli inseguitori in terza piazza. Il campione del mondo è a sei decimi da Espargaro, ed a tre da Vinales. Segue Brad Binder con la KTM e un altro duo, quello della Suzuki. Alex Rins, in questo frangente, è migliore di Joan Mir. La Ducati è ancora in difficoltà: le GP 22 si muovono tanto, e faticano a chiudere le curve. Pecco Bagnaia e Jack Miller sono fuori dai dieci, complice anche il traffico che penalizza soprattutto il torinese. A salvare l’onore della casa bolognese è il Pramac Racing, con Jorge Martin ottavo e Johann Zarco nono. In extremis, Luca Marini artiglia il decimo tempo, conquistando l’accesso in Q2. Un accesso da cui rimane fuori tutto il plotone Honda, segnato dalla caduta di Pol Espargaro. È fuori anche Franco Morbidelli, il quale è al limite nel time attack. Per quanto riguarda le gomme, la maggior parte dei piloti prova la mescola morbida al posteriore, che però subisce un calo di prestazione dopo una quindicina di giri. La coppia Yamaha prova anche la mescola media, che pare essere l’alternativa migliore alla soft in ottica gara.
Immagine in evidenza di Red Bull Content Pool, per gentile concessione